Distesa di immobili vuoti in città
richieste di costruzioni dimezzate

Distesa di immobili vuoti in città richieste di costruzioni dimezzate
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Lunedì 13 Maggio 2019, 05:55
ANCONA - Dimezzate in tre anni le richieste dei permessi di costruire. E il Comune, per il sesto anno consecutivo blocca l’ultimo aumento degli oneri di urbanizzazione. L’ulteriore incremento del 33,4% avrebbe di fatto completato il raddoppio delle opere primarie e secondarie (con contributi di circa 20 euro al metro cubo) deciso dal consiglio comunale nel 2012 e applicato nei primi due anni. 

 

Ma il settore in questi anni non sembra aver dato segnali di ripresa, anzi sono ancora diversi le costruzioni al palo o i recuperi edilizi mai avviati in più zone del capoluogo. Con il moltiplicarsi degli scheletri in attesa di un recupero o di un nuovo uso, dall’ex Stracca al vecchio liceo scientifico Savoia, dalla riqualificazione dell’ex Umberto I alla riconversione del quartiere Palombare. E nel frattempo si continua a registrare un calo vertiginoso dei permessi di costruire. Così la Giunta si appresta a presentare oggi al consiglio comunale l’ennesima richiesta di non applicare la “Modalità di determinazione dell’incidenza degli oneri di urbanizzazione”. 

«Con il perdurare della crisi economica - si legge tra le motivazioni della delibera - continua a verificarsi una riduzione delle richieste di permessi di costruire, pari al 23,7%». Nel 2017 erano state infatti 173 le domande di permesso presentate in Comune, scese a 132 l’anno scorso». Ma basta scorrere i dati delle precedenti annualità per capire la portata dell’effetto della crisi: nel 2015 erano infatti arrivate agli uffici comunali 288 richieste di permessi per costruire, scese a 217 nel 2016 ma praticamente dimezzato in un triennio visto che nel 2018 sono state appena 132. Non solo. «Nel 2018 le richieste di rimborso di oneri corrisposti per il rilascio di permessi i cui lavori non sono stati iniziati entro il termine previsto o che vengono realizzati in maniera ridotta rispetto a quelli previsti inizialmente, ammontano complessivamente a 94.399,55 euro». Da questi dati «oltre che dal confronto quotidiano con l’utenza, emerge una situazione tale per cui si ritiene che l’ulteriore incremento previsto dalla delibera del 2 marzo 2012 non garantisca un aumento delle entrate, anzi potrebbe costituire ulteriore elemento di freno all’iniziativa dei soggetti interessati a realizzare un intervento oneroso». Il blocco negli anni scorsi era stato accolto positivamente dalla categoria «anche se negli anni scorsi gli oneri erano aumentati del 66,6% in un periodo di crisi - aveva commentato il collegio costruttori della provincia di Ancona - L’ulteriore 33,4% avrebbe significato affossare un settore dove si sono registrate numerose defaillance». 

Tanto che il panorama si è sempre più affollata di palazzi a metà o riqualificazioni rimaste alle belle intenzioni. Tanto che complessivamente, secondo una recente stima effettuata dagli uffici comunali, ci sarebbero circa 120mila mq di immobili vuoti in tutta la città. L’ultimo piano a rischio incompiuta è il recupero dell’ex Umberto I seguito della domanda presentata dall’azienda Santarelli (proprietaria dal 2007 dopo l’acquisto all’asta per 72 milioni) al tribunale per chiedere il concordato prenotativo meglio conosciuto in bianco. La crisi L’ennesima trasformazione edilizia nell’impasse per quella crisi che ha fatto crollare i prezzi di mercato e paralizzato gli investimenti. Con circa 2.000 appartamenti per ora rimasti sulla carta. 

Con l’elenco degli ex che abbraccia ogni parte della città. Dall’ex Ipsia che potrebbe diventare sede dell’Archivio di Stato all’ex Coppi (la trasformazione in appartamenti non è mai partita), dall’ex Enel di via San Martino al vicino ex Stracca, dalle ex Pie Venerini al dismesso ospedale Lancisi fino all’ex Fermi. Tra le maxi riqualificazioni nella palude vi è il quartiere Palombare. La crisi è stata l’inizio della fase di stallo anche per l’ex Fermi (incastonato tra via Pizzecolli, Fanti e Birarelli) e i cento alloggi preventivati. Rimasta nel libro delle belle intenzioni la rinascita dell’ex istituto Stracca. Il progetto prevedeva un parcheggio, uffici e 43 appartamenti. Non se ne fece nulla così come per l’ipotizzata variante che doveva prevedere anche usi commerciali fino a 2.000 mq. Nel frattempo l’immobile è andato all’asta, deserta. Caduto nel dimenticatoio il cantiere per l’ex Enel di via San Martino. Il progetto di recupero approvato dal Comune nel 2007 prevedeva un investimento di 7-8 milioni per realizzare circa 35 appartamenti, uffici e attività commerciali.
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