Dieci ragazzini assistiti dal Sert
A 14 anni schiavi di alcol e droga

Dieci ragazzini assistiti dal Sert A 14 anni schiavi di alcol e droga
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Sabato 19 Gennaio 2019, 05:20
SENIGALLIA -  Sono dieci i minori seguiti dall’Unità operativa di dipendenze patologiche, l’ex Sert. Tutti con un contesto familiare problematico. Nel reparto è prevista per lunedì una riunione con i presidi degli istituti superiori della città per mettere a punto delle azioni. Sono i casi limiti. A partire dai 14 anni, come emerso dalla commissione che si è riunita giovedì sul disagio giovanile, dove è stato preso l’impegno a coordinare gli interventi già presenti e attivare uno sportello con personale sanitario a disposizione di giovani e genitori. Se in dieci sono ormai dipendenti, molti altri abusano di alcol, droga e nicotina iniziando ad 11 anni. 

 

«L’età in cui si configura una dipendenza è sempre più bassa – spiega la dottoressa Marella Tarini –, non rappresentano la maggioranza ma per noi è preoccupante che sia già un fenomeno. Trattiamo persone che non hanno ancora 15 anni, anche se sono solo 10, e ci devono spingere a riflettere. La disfunzione non è individuale, è spalmata in tutto il contesto di appartenenza, dove interveniamo. Abbiamo fatto una miriade di iniziative nelle scuole e il 21 abbiamo nei nostri uffici una riunione con tutti i presidi delle superiori per sentire le loro esigenze».

Chi arriva a farsi curare, la punta di un iceberg, ha quindi un disagio forte alle spalle. «Non che i giovani siano scapestrati – prosegue la dottoressa - ma è una questione di famiglia, di contesto. Noi non ce la facciamo ad arrivare dappertutto e ci sarebbero da promuovere azioni di potenziamento di quello che già sta funzionando. La rete c’è, bisogna di andare nei territori e inoltre attivare uno sportello con personale nostro magari presso l’Informagiovani, per intercettare un disagio prima che diventi patologia». Spesso poi, come riferito dalla presidente Angeletti, ci sono genitori che di fronte all’evidenza negano che il figlio possa avere un problema. La colpa è sempre degli altri, degli amici. «Con la consulta del volontariato si sta facendo un lavoro di ascolto nelle frazioni – l’intervento del consigliere Mauro Bedini – e si potrebbe collaborare con il servizio sanitario, perché i tavoli servono a predicare ma bisogna fare qualcosa di concreto sul territorio».

Sul tema è intervenuto anche il consigliere con delega alle Politiche giovanili, Lorenzo Beccaceci. «E’ la prima commissione riunita dopo tre anni e mezzo per parlare concretamente dei giovani – ha detto –, bisogna farlo più spesso, periodicamente. Vi invito ad ascoltarli i ragazzi per capire che discorsi fanno. Io li frequento. Non hanno sogni. Io avevo il fuoco addosso a 15 anni, finiti i compiti avevo già uno strumento in mano poi andavo ad allenarmi. Non avevo il tempo di drogarmi. Ora non sanno nemmeno cosa vorrebbero fare da grandi». La commissione s’è impegnata a predisporre un ordine del giorno da portare in consiglio, per coordinare e ampliare gli interventi per contrastare il disagio giovanile.
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