Di Maio mette Whirlpool all’angolo
«Niente tagli, accordi da rispettare»

Di Maio mette Whirlpool all’angolo «Niente tagli, accordi da rispettare»
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Mercoledì 5 Giugno 2019, 04:15
FABRIANO - Duro scontro tra il ministero dello Sviluppo economico e i sindacati, da un lato, e il management di Whirlpool, dall’altro. Ora la multinazionale statunitense deve correre ai ripari e accantonare la volontà di vendere lo stabilimento di Napoli, cercando una soluzione alternativa. Venerdì scorso il colosso americano aveva annunciato improvvisamente di voler cedere il sito partenopeo (occupa 420 persone e produce lavatrici a piattaforma Omnia), ma ieri pomeriggio, nella riunione al Mise, si è capito che la questione è destinata ad assumere una rilevanza notevole. 

 

Dopo due ore di discussione, a tratti molto accesa, il tavolo è stato aggiornato con la promessa di una riconvocazione entro sette-otto giorni, ma al prossimo incontro l’azienda dovrà presentarsi con una proposta per lo stabilimento di Napoli e per il rispetto dell’accordo di otto mesi fa. È stato il ministro Luigi Di Maio a ribadire che si deve rimanere nei termini di quel documento. «Si sono firmati accordi ben precisi – ha detto il vicepremier agli esponenti di Whirlpool – ma con la decisione di vendere il sito di Napoli state creando un precedente gravissimo. Dovete rispettare le istituzioni e i lavoratori. Lo Stato si farà rispettare». Luigi La Murgia, ad di Whirlpool, ha precisato: «Non si intende chiudere, ma individuare soluzioni per gestire posti di lavoro sostenibili per lungo tempo. Oggi una soluzione non l’abbiamo». Dovrà essere trovata in fretta, perché, oltre al Mise, anche Fim, Fiom e Uilm sono in fermento. Le organizzazioni sindacali non riescono più a fidarsi e temono pure per gli altri impianti. «Per Melano – sottolinea Giampiero Santoni (Fim) – sono stati confermati la mission (la mega fabbrica è la maggiore produttrice di piani cottura a gas ed elettrici di Whirlpool per l’area Europa, Medio Oriente, Africa), i volumi, le produzioni per il 2019 (si dovrebbe arrivare a produrre 1.800.000 pezzi, segnando una ripresa, dopo il calo dovuto alla perdita di quote di mercato). Ma la preoccupazione cresce, si è già messa in discussione un’intesa siglata pochi mesi fa». 

Gli fa eco Pierpaolo Pullini (Fiom): «Il ministro Di Maio è stato durissimo, ribadendo che si deve restare nel perimetro dell’accordo e minacciando sia di bloccare il finanziamento promesso per i prossimi anni sia di richiedere la restituzione dei 27 milioni di euro di fondi pubblici che Whirlpool ha ottenuto a partire dal 2014 a oggi». In attesa di un nuovo vertice al Mise che, come già anticipato, dovrebbe tenersi entro la settimana prossima (in quella circostanza, saranno chiamate a partecipare anche le istituzioni a livello locale, Regioni e i Comuni interessati, ma Di Maio contatterà pure la proprietà, ferme restando le ovvie difficoltà, dal momento che al vertice della stessa c’è un Cda), prosegue lo stato di agitazione delle maestranze in tutti gli impianti italiani di Whirlpool. Per Fabriano, sono state fissate per venerdì le assemblee con i dipendenti della fabbrica di Melano e con gli impiegati delle varie sedi. 
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