Delitto di Fabriano, l’autopsia: «Fausto Baldoni è stato ucciso». Colpito al capo, è morto al mattino

Delitto di Fabriano, l’autopsia: «Fausto Baldoni è stato ucciso». Colpito al capo, è morto al mattino
Delitto di Fabriano, l’autopsia: «Fausto Baldoni è stato ucciso». Colpito al capo, è morto al mattino
di Stefano Rispoli
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Giovedì 8 Giugno 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 07:29

FABRIANO - Non una caduta accidentale. Fausto Baldoni è stato assassinato, raggiunto alla testa da tre o quattro colpi sferrati con un oggetto contundente, probabilmente una lampada. È quanto emerge dai rilievi autoptici, che non lascerebbero dubbi. E la relazione preliminare depositata dal dottor Mauro Pesaresi, il medico legale che martedì ha effettuato l’accertamento, confermerebbe in pieno la tesi degli investigatori: «È stato ucciso». 


I riscontri 

Le ferite riscontrate in più punti sul capo dell’operaio di 63 anni non sarebbero dunque compatibili con un evento fortuito, come una caduta all’indietro.

Il che smentirebbe la versione di Alessandra Galea, la 50enne rinchiusa da domenica nel carcere femminile di Pesaro con l’accusa di aver ammazzato il convivente. La donna, nell’interrogatorio davanti al gip Sonia Piermartini, ha raccontato di non aver impugnato nessuna arma e di non aver colpito Baldoni, ma di averlo spinto per difesa, rifiutando un approccio sessuale non gradito. Ma allora chi mai lo avrebbe colpito ripetutamente alla testa, al punto da causargli un trauma cranico encefalico così devastante da determinarne la morte? Sul cadavere, inoltre, non sono stati rinvenuti segni di colluttazione, altra circostanza che escluderebbe un litigio o un tentativo di difendersi da parte della vittima. Fondamentale è anche l’orario del decesso che il medico legale colloca in un range tra le 6 e le 8 ore precedenti al ritrovamento del corpo del 63enne sul pavimento della sua camera da letto, dunque tra le 10 e le 12 di domenica mattina. Quel giorno Fausto, che lavorava per l’azienda logistica Gls di Ancona, era atteso a pranzo dalla sorella a Scheggia, in Umbria. All’appuntamento non si è mai presentato. Confortati dall’esito dell’autopsia, gli investigatori ipotizzano che il 63enne possa essere stato ucciso prima di pranzo. Ma c’è un giallo da risolvere: un messaggio Whatsapp che sarebbe partito dal cellulare della vittima all’indirizzo della sorella Rita, la prima ad allertare il 112 quando non è più riuscita a mettersi in contatto con il fratello. Il sospetto - ancora tutto da verificare, anche in relazione all’orario - è che si tratti di un messaggio postumo, scritto non da Baldoni, ma da chi l’ha ucciso, chissà, forse un modo per rassicurare i familiari (ora assistiti dall’avvocato Angelo Franceschetti). E resta ancora un mistero cosa abbia fatto Alessandra Galea, unica indiziata del delitto, domenica pomeriggio. La donna ha spiegato di essersene andata di casa perché aveva in programma di andare a trovare i due figli, che vivono in Umbria con il padre. Ma in realtà quel giorno si sarebbero trovati entrambi in Toscana: uno in vacanza all’Isola d’Elba, l’altro per lavoro a Lucca. Se fosse confermato, sarebbe un alibi che verrebbe a cadere. 

I sequestri

Le indagini si concentreranno anche sulla decina di oggetti sequestrati nella casa dell’orrore, in via Castelli a Fabriano: oltre alla lampada che costituirebbe l’arma del delitto, il cellulare della vittima e altri elementi rinvenuti nella scena del crimine che potrebbero conservare tracce organiche importanti ai fini della risoluzione del caso. Al momento la Procura non ha disposto perizie né ha rimesso la salma di Baldoni a disposizione dei familiari, ma dovrebbe farlo nelle prossime ore in modo da consentire la celebrazione dei funerali. 

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