Ricerca e risorse, la Politecnica guarda al futuro. Il ministro Messa: «Con il Covid è cambiata la visione della scienza»

L'esecuzione dell'Inno di Italia alla cerimonia per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Politecnica delle Marche
L'esecuzione dell'Inno di Italia alla cerimonia per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università Politecnica delle Marche
di Lucilla Niccolini
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Venerdì 30 Aprile 2021, 07:35

ANCONA - Rimbalzavano in rete, ieri, le immagini della cerimonia d’inaugurazione del 52esimo anno accademico della Politecnica Marche, e insieme le parole pronunciate dai relatori nell’aula magna d’ateneo “Guido Bossi”. Trasmesse in diretta in streaming sul sito Univpm, hanno raggiunto i tanti che non sono potuti intervenire, per rispetto delle norme anticovid.

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Non hanno fatto mancare la loro presenza le autorità, in testa il presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli, accompagnato dagli assessori Latini e Castelli. 


Gli ospiti
Seduti ai posti d’onore, erano con loro l’arcivescovo Angelo Spina e il presidente emerito delle comunità islamiche in Italia Nour Dachan, assieme al presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, e della Fondazione Merloni, Francesco Merloni, con le autorità militari e i rappresentanti delle Fondazioni bancarie che sostengono la ricerca universitaria. Hanno quindi fatto ingresso in aula, in toga, i cinque presidi delle Facoltà, i direttori dei Dipartimenti, i responsabili delle aree e il professor Stefano Menzo. Per ultimi, hanno preso posto al tavolo di rappresentanza, al fianco del rettore Gian Luca Gregori, il direttore generale Alessandro Iacopini, il pro-rettore vicario Marco D’Orazio, la presidente del Consiglio studentesco Alessia Polisini, la direttrice generale vicaria Alessandra Andresciani, la rappresentante del personale tecnico-amministrativo Rosalba Sacchettoni. 


L’efficienza
Ospite d’onore, il presidente dell’Enea Federico Testa, cui era stata affidata la lectio magistralis. Dopo un suggestivo inno di Mameli, intonato al violino dal maestro Marco Santini, il rettore Gregori ha aperto la cerimonia presentando il messaggio-video del ministro dell’Università e della Ricerca.

Maria Cristina Messa ha avuto parole di encomio per l’efficienza con cui il mondo accademico ha saputo fronteggiare le sfide poste dall’emergenza pandemica. Il ministro ha quindi sottolineato le opportunità che il Next Generation New offre al sistema della formazione italiano: dal punto di vista delle strutture, delle risorse umane e della ricerca. Ha concluso: «Il titolo che il rettore della Politecnica ha scelto per l’evento di oggi, “L’università per la ricerca, la ricerca per la comunità e per il bene di tutti”, è indicativo dell’esigenza di un cambiamento di visione, da parte dei cittadini, nei confronti della scienza. Ma ora la riuscita della transizione ricade anche sulle spalle dei nostri studenti, che dovranno approfittare proficuamente di questa occasione per costruire un mondo migliore». 


Gli ostacoli
Il messaggio, esplicito, della ministra è stato raccolto, subito dopo la relazione del rettore Gian Luca Gregori, dalla presidente del Consiglio studentesco, con spunti critici. Nel suo discorso, Alessia Polisini ha lamentato l’inadeguatezza, nel Recovery Fund, delle risorse necessarie per fare dell’università il vero ascensore sociale nel sistema Italia. «Poche riforme strutturali per il diritto allo studio, per l’accessibilità degli studenti meno abbienti, per contrastare il calo delle iscrizioni, in un paese che non sa allinearsi ai dati di Francia, Spagna e Germania. Un Paese che non sa trattenere le sue eccellenze con investimenti di lungo periodo, con una percentuale di laureati in discipline Stem lontana da quelle dei paesi più industrializzati, e con una perdurante disuguaglianza di genere».

 
La ricerca
È risuonata come sostegno a queste parole la lectio magistalis di Federico Testa, presidente dell’Enea, che ha perorato la causa di uno sviluppo indispensabile e improcrastinabile della ricerca scientifica. «La sostenibilità è al centro di tutti i nostri discorsi, assieme alle energie rinnovabili, all’elettrificazione della mobilità, all’economia circolare. Ma per condurre in porto un percorso virtuoso, che coinvolga tutti gli aspetti, senza penalizzare settori, e che dia frutti, il Paese deve sviluppare ancora idee e contenuti, attraverso una ricerca efficace, duratura e condivisa».

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