Opera Pia Ceci, morti altri due ospiti. Il focolaio Covid ha ucciso 14 anziani, in 21 sono ricoverati in ospedale

La sede dell'Opera Pia Ceci a Camerano
La sede dell'Opera Pia Ceci a Camerano
di Roberto Senigalliesi
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Lunedì 8 Marzo 2021, 11:24

CAMERANO - Ad un mese esatto - era il 5 febbraio - dall’ingresso del virus all’Opera Pia Ceci di Camerano la situazione resta stabile nella sua criticità. Negli ultimi giorni altri due anziani ospiti della struttura sono morti dopo essere stati ricoverati all’ospedale. Drammatico il bilancio: 15 i decessi, di cui solo uno non riconducibile al Covid

 
La speranza 
Tuttavia, crescono di un paio di unità le persone che hanno potuto fare ritorno nella struttura cameranese. «Segno - sottolinea il presidente della Fondazione Ceci, Massimo Piergiacomi - che il flusso continuo in uscita verso gli ospedali si è quasi arrestato e che è iniziato il flusso di rientro a casa. Abbiamo ancora 21 ospiti ricoverati e speriamo che tutti possano riuscire a rientrare. Noi ovviamente li aspettiamo». Per quanto riguarda il fronte degli operatori, che ha causato diverse criticità per la copertura dei turni, la situazione sembra evolversi in positivo.

Sono stati ben 24 gli operatori della Cooperativa Nuova Sair che si sono infettati mentre svolgevano il loro prezioso lavoro. «Ebbene, gradatamente la situazione sta migliorando anche per loro - sottolinea Piergiacomi - visto che in 14 hanno già sconfitto il virus e tre sono di nuovo al lavoro, mentre gli altri sono in procinto di farlo a breve.

Vorrei ringraziare il supporto che abbiamo avuto dall’Asur che da tempo ha inviato quattro infermieri per i due turni giornalieri e la Marina Militare con due altri infermieri che hanno permesso di coprire i vuoti che si erano creati. Così come da qualche giorno possiamo contare su 4 infermieri che vengono da noi dopo avere effettuato il loro lavoro all’Inrca e che hanno risposto al nostro appello. Da oggi precederemo a tamponare tutti gli ospiti e gli operatori ancora negativi - continua il presidente - ma soprattutto faremo il tampone molecolare agli ospiti che risultavano positivi prima del 15 febbraio, che in totale sono 33 e agli altri presenti nella struttura, attualmente 64. Ovviamente la speranza è che riescano a tornare negativi in modo tale da guardare al futuro con maggiore ottimismo. Indubbiamente la botta è stata pesante, nonostante avessimo messo in atto tutti i protocolli per tenere alla larga il Covid dal Ceci. Ci siamo riusciti per 11 mesi poi è scoppiato il focolaio che abbiamo comunque cercato di combattere con grande senso di servizio e dedizione da parte di tutto il personale». 

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