ANCONA - La pandemia piega le imprese. Operatori di tutti i settori sono allo stremo. Ma in particolare il segmento della ristorazione e della somministrazione lancia il grido d’allarme più straziante. Fa scalpore, infatti, l’annuncio di Massimo Sturani titolare del Maxi Bar di via Maggini ad Ancona: «Ho messo in vendita un rene per pagare i debiti» dice l’esercente.
E nella disperazione delle microimprese interviene la Confartigianato con un incontro vis a vis con l’Amministrazione comunale.
Il cartellone
«Pur di salvare il mio bar e aiutare i colleghi in difficoltà vendo un mio rene», è questo il testo del cartellone esposto fuori dall’attività di Massimo Sturani.
L’incontro
Per le associazioni di categoria è chiaro da tempo il quadro della situazione. Il comitato territoriale di Confartigianato ha incontrato l’assessore ai lavori pubblici Paolo Manarini per avere ragguagli sui lavori comunali di riqualificazione di diverse aree cittadine, su cui insistono molte attività produttive, come il Piano, il centro città e la Baraccola. «Chiediamo chiarimenti sullo stato dell’arte e tempistiche certe per i lavori previsti - ha sottolineato Paolo Longhi, Presidente Confartigianato Ancona - così come per la riqualificazione del mercato di Piazza D’Armi, Mercato delle Erbe e Piazza Pertini. Sono necessari interventi rapidi anche per le opere di manutenzione stradale e fognaria in diverse parti della zona industriale».
Misure eccezionali
Il Presidente di Confartigianato Imprese Ancona – Pesaro e Urbino, Graziano Sabbatini, ha ribadito durante l’incontro la necessità di misure eccezionali di sostegno per le imprese, visto che ristori e indennizzi sono assenti per molti comparti dell’artigianato e del commercio «Dobbiamo evidenziare il fatto che finora la mancanza di contributi adeguati ha pesato su tantissime attività - ha aggiunto il segretario Marco Pierpaoli - ed è necessario intervenire, attraverso misure fondamentali come la riduzione totale della tassazione e lo snellimento della burocrazia».