ANCONA - La forza evocativa di nonna Elvira e la potenza della stampa. Un binomio che rimette ordine nell’irrazionale di una campagna vaccinale che non trova il verso. Lei è una centenaria, invalida civile, in vana attesa di un appuntamento per ricevere la dose anti-Covid a domicilio.
Oggi, dopo che la sua storia è stata raccontata sulle colonne del Corriere Adriatico, il medico di base le ha somministrato quel preparato per resistere agli attacchi della pandemia. Un binomio che spezza il silenzio. Per colpa o per distrazione, non fa la differenza. Perché nonna Elvira è solo la prima bandiera-contro issata con rabbia. «Apprendo con soddisfazione che il vostro quotidiano è riuscito a ottenere di portare il vaccino a casa a una centenaria, come aveva sollecitato sua figlia». È la voce di Piero Alessandrini, che si unisce al coro dei dimenticati nella battaglia contro un virus che, imperterrito, cambia strada per insinuarsi meglio, e che minaccia soprattutto chi sulle spalle ha tanta vita.
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Il percorso a ostacoli
Il professore emerito di Politica Economica della Politecnica riavvolge il nastro della sua vicenda personale, nella consapevolezza di essere una parola tra tante. «Stiamo vivendo un caso del tutto simile: mia moglie Maria ha prenotato il vaccino il 20 febbraio alle 8,15, primo giorno utile, sul sito dedicato, per sua madre Teresa che ha compiuto 101 anni».
Il ricordo
Aggiunge dolore alla disillusione. «Questa settimana - rammenta - ho perso mia sorella Ornella, ipovedente di 93 anni che, non avendo fatto il vaccino a casa, alla prima positività è stata prontamente ricoverata in ospedale, a Chiaravalle». Il ricordo è ancora vivo sulla pelle. «Lì sarebbe stato possibile seguirla adeguatamente, ma si è aggravata fino a morire, dopo quattro giorni al pronto soccorso di Jesi, perché in reparto non c’erano letti liberi». Torna a interrogarsi e a interrogare le coscienze, Alessandrini. «Dobbiamo aspettare che anche mia suocera faccia la stessa fine? Quanti casi simili al nostro, e senza voce, ci saranno in regione?». Per colpa o per distrazione, non fa la differenza.