Malattie Infettive di nuovo al completo. Scende l’età dei pazienti Covid. Giacometti: «Tanti giovani». Bocciati ozono e clorichina

Malattie Infettive di nuovo al completo. Scende l’età dei pazienti Covid. Giacometti: «Tanti giovani». Bocciati ozono e clorichina
di Stefano Rispoli
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Sabato 14 Novembre 2020, 04:05

ANCONA - Full. Al completo. Nel padiglione delle Malattie infettive di Torrette non c’è più spazio. Quota 40 posti è stata raggiunta da giorni e da lì non ci si schioda. «Dimettiamo uno o due pazienti al giorno, ma subito ne arrivano altri dal Pronto soccorso» spiega il professor Andrea Giacometti, primario della Clinica.

«Siamo pieni al 100% e non c’è la possibilità di liberare letti. C’è chi è più grave, chi meno, ma l’aggressività del virus non è cambiata rispetto alla prima fase della pandemia». Insomma, chi pensa che il Covid faccia meno paura, si sbaglia di grosso. «La sua contagiosità è immutata, anzi, notiamo che colpisce sempre più giovani. Nel nostro reparto l’età media, infatti, si è abbassata per la presenza di trentenni e quarantenni stranieri, per lo più pakistani, indiani e nordafricani che lavorano nei cantieri, dove forse i protocolli di sicurezza sono meno efficaci. Gli italiani, invece, hanno in genere dai 60-65 anni in su». 


L’antivirale 
In attesa del vaccino, l’unico farmaco che fin qui si è dimostrato valido è il Remdesivir, progettato per sconfiggere l’Ebola. «Non è eccellente, ma funziona - dice l’infettivologo -, non a caso è l’unico antivirale autorizzato dall’Aifa in caso di polmonite da Covid perché riesce a inibire l’enzima polimerasi che fa proliferare il genoma del virus. Nella nostra clinica l’abbiamo somministrato a 40 pazienti in questa seconda ondata della pandemia e i risultati non sono stati negativi: c’è un’accelerazione della guarigione. Il problema è che il farmaco ora scarseggia». 


Il plasma
Va avanti nel frattempo la terapia al plasma iperimmune, che pure non ha prodotto i risultati sperati, anche se è presto per dirlo. «Abbiamo potuto arruolare solo 4 pazienti su 80 perché i protocolli sono complessi - spiega Giacometti -.

Negli altri casi, l’abbiamo adottato per uso “compassionevole”, come una normale trasfusione. Non è il farmaco miracoloso che ci aspettavamo: ad ogni modo, la sperimentazione doveva concludersi proprio oggi (ieri, ndr) ma è stata prorogata di altri 6 mesi. E anche se è rimasto un 50% di scorte di plasma congelato, ora è più difficile reperire donatori». Giacometti boccia invece le altre sperimentazioni anti-Covid su cui l’assessore Saltamartini intende puntare, a partire dall’ozono che nelle Marche è utilizzato negli ospedali di Ascoli, San Benedetto e Fermo. 


La bocciatura
«Il principio è l’ossidazione delle molecole del virus, ma se i risultati della terapia fossero stati incoraggianti, l’Aifa l’avrebbe già convalidata - sostiene l’infettivologo -. Non va trascurato un aspetto: servono macchinari adatti che non possono certo essere trasportati a domicilio per prelevare 200 ml di sangue dal paziente, mescolarli con l’ozono e poi infonderli nuovamente, cercando di limitare il più possibile il rischio di infezioni». Saltamartini ha incoraggiato anche un più intenso studio dell’idrossiclorochina, l’antimalarico sperimentato sulla propria pelle dall’ex presidente americano Trump. Ma anche questa seconda strada non trova il consenso dell’infettivologo. «L’abbiamo usato anche noi all’inizio della pandemia, con risultati altalenanti - spiega -. Poi sono arrivate le direttive dell’Aifa, seguite a quelle dell’Oms, che hanno fatto marcia indietro e ne hanno sconsigliato l’uso perché può determinare effetti indesiderati come aritmia cardiaca e altri potenzialmente letali». 

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