ANCONA - Il Covid non conosce età. Ieri un bimbetto di appena 9 mesi, alle prese con febbre e tosse, è stato ricoverato all’ospedale perché è risultato positivo al tampone. Un equipaggio del 118 è andato a prendere lui e un parente nella loro abitazione in pieno centro per portarli rispettivamente al Salesi e a Torrette.
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Non versano in condizioni preoccupanti, tuttavia la situazione andrà monitorata attentamente. Per tutta la famiglia, piuttosto numerosa e d’origine straniera, è scattata la quarantena. Un secondo ricovero d’urgenza si è reso necessario anche per un uomo di 46 anni di Montemarciano, affetto da broncopneumopatia cronica: ieri mattina i medici delle Usca (le unità speciali di assistenza domiciliare), dopo aver riscontrato la positività al Coronavirus, hanno sollecitato il trasferimento a Torrette.
35 casi al giorno
D’altronde i contagi nel capoluogo sono in continuo aumento, la parabola cresce di ora in ora. Basti pensare che fino alla scorsa settimana si viaggiava a una media di circa 5 casi al giorno. Da domenica scorsa a ieri la curva si è impennata a una media di 34,7 contagi giornalieri. Ieri sono stati 35 positivi nella provincia dorica rispetto a un totale di 121 registrati nelle Marche, secondo quanto comunicato dal Servizio Sanità della Regione. Il vero problema è legato alla capacità ricettiva degli ospedali. A Torrette siamo già vicini al sold-out. Stando all’ultimo aggiornamento (che non comprende i ricoveri avvenuti nella giornata di ieri, tra cui il neonato portato al Salesi: figureranno nel quadro di domani) sono 36 i pazienti assistiti a Torrette, di cui 3 in Rianimazione in terapia intensiva (un 82enne, un 51enne e un 77enne) e 33 tra la Clinica (16) e la Divisione (17) di Malattie Infettive, il cui padiglione è già al completo perché al massimo può ospitare 50 persone e vi sono ricoverati altri pazienti colpiti da malattie diverse.
L’attività standard
Insomma, già non c’è più spazio e il cut-off comunicato dall’Azienda Ospedali Riuniti alla Regione (50 posti letto a Malattie Infettive e 18 in Rianimazione, di cui 5 per ora attivati) non può essere superato, altrimenti si rischierebbe di compromettere l’attività ordinaria del nosocomio regionale, come è già avvenuto in primavera nella prima fase della pandemia.