I ristoratori attendono un allentamento del coprifuoco per rifiatare: «Un’ora in più per la cena? Facciamo il doppio turno»

Un ristorante nel corso di Ancona
Un ristorante nel corso di Ancona
di Andrea Maccarone
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Mercoledì 12 Maggio 2021, 10:13

ANCONA - Ristoranti e bar contro il coprifuoco. Da lunedì prossimo sembrerebbe probabile lo slittamento di un’ora dell’orario di chiusura: dalle 22 alle 23. Il che vorrebbe dire un turno in più per la cena e una migliore organizzazione da parte degli operatori per la gestione del servizio. Ma rimane irremovibile, almeno per ora, la restrizione sulla somministrazione all’interno dei locali.

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Quindi gli esercenti dovranno ancora fare i conti con il tempo incerto e le temperature che la sera non accennano ad addolcirsi.

Malgrado tutto, i clienti non mancano. 


Il pienone
Il weekend è praticamente sold out ovunque, con una predilezione per i locali lungo la costa. E tanta è la voglia di convivialità, che le prenotazioni si fanno sentire anche durante la settimana. Locali soldout a cena, e il servizio si concentra tutto nell’arco di un’ora e poco più. Uno stress immane per gli operatori che si trovano a combattere con ordinazioni e tempi troppo stretti. «Molti hanno interiorizzato l’abitudine di andare a cena alle 19 come nel nord Europa - dice Francesco Pinna del bistrot Gnaogatti - ma c’è anche chi lavora e stacca alle 20. Quindi non tutti hanno la possibilità di muoversi in anticipo». 


Il limite
Un coprifuoco troppo restrittivo quello delle 22 che mette sotto pressione gli esercenti. «Quando tutti i prenotati arrivano contemporaneamente si fa fatica a rispettare le tempistiche - continua Pinna - ce la dobbiamo fare per forza, ma non si lavora in serenità». Intanto il Governo, sulla spinta delle associazioni di categoria, sta valutando un allentamento. Da lunedì potrebbe arrivare la concessione di un’ora in più sulla chiusura serale. Misura che permetterebbe ai ristoratori di organizzare al meglio il servizio. Con lo slittamento del coprifuoco alle 23 gli operatori potrebbero addirittura riuscire a pianificare il doppio turno a cena. «Un’opportunità che ci farebbe rifiatare un po’ - dice Roberto Picciafuoco, titolare del ristorante pizzeria Il Pincio - con il contingentamento della capienza lavoriamo a potenzialità ridotta e in più non possiamo utilizzare l’interno. Almeno con un turno in più si potrebbe compensare».

E’ soltanto un’ora, che però potrebbe portare molto più di una boccata d’ossigeno alle imprese della ristorazione. «Poter incrementare il lavoro vorrebbe dire anche ritornare a pieno regime con il personale - afferma Giancarlo Filonzi de La Botte Ristorante Pizzeria - aspetto che va considerato. Perché per tanti mesi i dipendenti dei ristoranti e dei bar hanno dovuto usufruire della cassaintegrazione. Ma se riuscissimo a tornare ad una mole di lavoro più imponente, allora il beneficio si ripercuoterebbe su tutto il sistema». 


Al netto delle criticità ancora evidenti, c’è il dato di fatto che la gente ha voglia di uscire e di riappropriarsi di una dimensione sociale e conviviale cristallizzata da mesi. E i locali lungo la costa vengono particolarmente presi di mira. 


«Il fine settimana siamo sempre al completo - dice Davide Breccia, titolare de LOfficina e L’Osteria a Sirolo -, devo dire che nell’ultimo weekend abbiamo visto anche parecchi turisti provenienti da un po’ tutta la regione». E per chi non vuole andare proprio a due passi dal mare, il Conero offre anche un’alternativa più bucolica e meno affollata. «Tornano a farsi vedere i clienti anche durante la settimana - dice lo chef Elis Marchetti, impegnato ora nella stagione al Conero Golf Club -. Ci scelgono perché siamo sul Conero, ma distanti dall’assalto alle spiagge».

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