ANCONA - Accessi senza sosta, ambulanze in fila in attesa di scaricare i pazienti: il Pronto soccorso dell’Inrca rischia di esplodere. E dal dottor Antonio Cherubini, direttore dell’unità di Geriatria e Accettazione geriatrica d’urgenza arriva un accorato appello alla cittadinanza: «Chi non ha problemi seri resti a casa».
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D’altronde, la gravità della situazione è ben descritta dai numeri. Nell’arco di una settimana i pazienti ricoverati nella struttura di via della Montagnola sono più che raddoppiati. Il 1° novembre erano 14. Ieri sono arrivati a quota 32. Ormai il padiglione Persichetti, prima dedicato alla lungo degenza e ora trasformato in un maxi reparto Covid, è quasi al completo con i suoi 38 posti letto in tutto. Una situazione d’emergenza che ha spinto il direttore della struttura, Gianni Genga, a rivedere l’assetto complessivo. Nelle ultime ore i vertici si sono confrontati per valutare le soluzioni migliori e individuare nuovi spazi da mettere a disposizione dei malati di Covid: tra le varie decisioni, si è scelto di traslocare ad Osimo l’Unità di Chirurgia e Piede diabetico, non senza polemiche.
Nei giorni scorsi si è sfiorato il caos al Pronto soccorso, tra ambulanze ferme all’ingresso nei momenti di maggiore intasamento e tempi d’attesa lunghissimi. Non sono mancati attriti tra Inrca e 118 perché i pazienti venivano convogliati ugualmente all’istituto geriatrico nonostante i fax in cui si segnalava la saturazione della struttura. «E’ così dappertutto in Italia - spiega il dottor Cherubini -, è il sistema nel suo complesso che è andato in crisi in una fase in cui l’epidemia è dilagante». Due i fattori alla base delle difficoltà registrate. «L’aumento dei casi positivi, ma anche l’arrivo di persone con problemi banali. Ecco, la nostra struttura è aperta a tutti e non c’è da aver paura perché esistono percorsi differenziati e sicuri. Ma rivolgo un appello affinché chi non ha problemi seri, tali da non richiedere cure all’ospedale non venga».
Un messaggio forte ma necessario perché «la media di accessi non è aumentata più di tanto, andiamo dai 25 ai 35 al giorno, ma ciò che è cresciuto è il tasso di positivi al Covid - spiega Cherubini -.
Ma così l’Inrca rischia di collassare, anche la palazzina Covid è quasi full. «Il reparto è ormai al completo, si stanno organizzando degli spostamenti interni per liberare nuovi spazi - fa sapere il dottor Cherubini -. Il fatto è che in estate i contagi riguardavano per lo più i giovani, adesso l’età media dei malati è ricominciata a salire, di conseguenza sono aumentati anche i casi gravi e, purtroppo, i decessi. Chi l’ha detto che il virus sarebbe stato meno aggressivo in questa seconda ondata?».