Accessi no-stop, l’Inrca esplode, il direttore del Pronto soccorso: «Venite solo per problemi seri»

Accessi no-stop, l’Inrca esplode, il direttore del Pronto soccorso: «Venite solo per problemi seri»
Accessi no-stop, l’Inrca esplode, il direttore del Pronto soccorso: «Venite solo per problemi seri»
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Lunedì 9 Novembre 2020, 04:25

ANCONA  - Accessi senza sosta, ambulanze in fila in attesa di scaricare i pazienti: il Pronto soccorso dell’Inrca rischia di esplodere. E dal dottor Antonio Cherubini, direttore dell’unità di Geriatria e Accettazione geriatrica d’urgenza arriva un accorato appello alla cittadinanza: «Chi non ha problemi seri resti a casa». 

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D’altronde, la gravità della situazione è ben descritta dai numeri. Nell’arco di una settimana i pazienti ricoverati nella struttura di via della Montagnola sono più che raddoppiati. Il 1° novembre erano 14. Ieri sono arrivati a quota 32. Ormai il padiglione Persichetti, prima dedicato alla lungo degenza e ora trasformato in un maxi reparto Covid, è quasi al completo con i suoi 38 posti letto in tutto. Una situazione d’emergenza che ha spinto il direttore della struttura, Gianni Genga, a rivedere l’assetto complessivo. Nelle ultime ore i vertici si sono confrontati per valutare le soluzioni migliori e individuare nuovi spazi da mettere a disposizione dei malati di Covid: tra le varie decisioni, si è scelto di traslocare ad Osimo l’Unità di Chirurgia e Piede diabetico, non senza polemiche.

Nei giorni scorsi si è sfiorato il caos al Pronto soccorso, tra ambulanze ferme all’ingresso nei momenti di maggiore intasamento e tempi d’attesa lunghissimi. Non sono mancati attriti tra Inrca e 118 perché i pazienti venivano convogliati ugualmente all’istituto geriatrico nonostante i fax in cui si segnalava la saturazione della struttura. «E’ così dappertutto in Italia - spiega il dottor Cherubini -, è il sistema nel suo complesso che è andato in crisi in una fase in cui l’epidemia è dilagante». Due i fattori alla base delle difficoltà registrate. «L’aumento dei casi positivi, ma anche l’arrivo di persone con problemi banali. Ecco, la nostra struttura è aperta a tutti e non c’è da aver paura perché esistono percorsi differenziati e sicuri. Ma rivolgo un appello affinché chi non ha problemi seri, tali da non richiedere cure all’ospedale non venga». 

Un messaggio forte ma necessario perché «la media di accessi non è aumentata più di tanto, andiamo dai 25 ai 35 al giorno, ma ciò che è cresciuto è il tasso di positivi al Covid - spiega Cherubini -.

Dal 118 ci sono arrivati pazienti anche quando abbiamo segnalato che eravamo pieni. Sono capitati momenti in cui abbiamo dovuto bloccare l’ingresso di pazienti per due ore, arrivati anche dal territorio: nella maggior parte dei casi si trattava di pazienti senza sintomi che, per precauzione, sono stati portati da noi». 


Ma così l’Inrca rischia di collassare, anche la palazzina Covid è quasi full. «Il reparto è ormai al completo, si stanno organizzando degli spostamenti interni per liberare nuovi spazi - fa sapere il dottor Cherubini -. Il fatto è che in estate i contagi riguardavano per lo più i giovani, adesso l’età media dei malati è ricominciata a salire, di conseguenza sono aumentati anche i casi gravi e, purtroppo, i decessi. Chi l’ha detto che il virus sarebbe stato meno aggressivo in questa seconda ondata?». 

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