Coronavirus, i medici del Lancisi inventano il respiratore fatto in casa: «Tutorial su Youtube per tutti»

Coronavirus, i medici del Lancisi inventano il respiratore fatto in casa: «Tutorial su Youtube tutti»
Coronavirus, i medici del Lancisi inventano il respiratore fatto in casa: «Tutorial su Youtube tutti»
di Stefano Rispoli
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Sabato 28 Marzo 2020, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 08:22

ANCONA - «Siamo in guerra contro un nemico che non conosciamo». E per chi sta in trincea, tutte le armi vanno bene, anche quelle artigianali, come il flussimetro fatto in casa dai medici della Cardiologia del “Lancisi”. È un misuratore di portata, componente essenziale per la ventilazione dei pazienti malati di Coronavirus con problemi respiratori. Anche a Torrette apparecchi come questi scarseggiano. E allora, che si è inventato il team del dottor Gian Piero Perna, direttore del Dipartimento di Scienze Vascolari?

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Un tutorial, diffuso su Youtube, su come fabbricare in casa un flussimetro collegato al casco o alla maschera del paziente, fondamentale per regolare il flusso d’aria e la concentrazione d’ossigeno nel sangue con la tecnica del C-Pap (la ventilazione meccanica a pressione positiva): sono sufficienti un rubinetto, fascette e piccole componenti che si trovano in ferramenta. L’Archimede della situazione è il dottor Marco Marini, cardiologo. «Questi presidi stra-utilizzati sono difficili da reperire, così abbiamo provato a costruirli noi - spiega -. Non sono presidi medici certificati, ma se stai in guerra vale tutto: ci auguriamo di non dover arrivare a utilizzarli a Torrette, ma il tutorial potrebbe tornare utile ai colleghi che lavorano in ospedali in difficoltà». 
 
Grazie all’ingegner Alessio Nerla e alla ditta Prosilas che li ha stampati in 3D, il prototipo di flussimetro artigianale è realtà. «Un’idea brillantissima - commenta il dottor Perna, primario di Cardiologia -. Se ci dovessimo trovare in una situazione limite, sapremmo come comportarci. Quest’emergenza assomiglia molto a una guerra: di fronte al Covid c’è un azzeramento delle competenze, quello che sappiamo lo apprendiamo dai colleghi cinesi. Questo dramma necessita di un approccio integrato tra infettivologi, intensivisti, cardiologi. L’emergenza è tale che abbiamo dovuto rimodulare l’attività cardiologica in due gruppi, uno dei quali è stato destinato al Covid-8, la struttura semi-intensiva ad orientamento cardiovascolare che tratta pazienti con insufficienza respiratoria grave. Per noi l’attività è raddoppiata: l’impegno è gravoso, l’assistenza dei Covid comporta dei rischi, viviamo sempre sul filo del rasoio, con la paura del contagio. Da questa esperienza abbiamo imparato che la ventilazione è il trattamento più importante, al di là dei farmaci di cui si parla molto e a sproposito. E che per sconfiggere questo nemico non ci si può fermare all’oggi, ma bisogna prevedere l’andamento futuro».

Per questo l’area del Covid-8, realizzata al terzo piano di Torrette, si prepara al raddoppio: dai 19 posti attuali a 30. «In questa guerranon esistono regole - aggiunge il dottor Perna -. E’ una situazione in divenire: bisogna sapersi adeguare e rispondere colpo su colpo». 

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