Ancona, contagiati dal Coronavirus alla casa di riposo: stop alle visite e alcuni anziani trasferiti

Ancona, contagiati dal Coronavirus alla casa di riposo: stop alle visite e alcuni anziani trasferiti
Ancona, contagiati dal Coronavirus alla casa di riposo: stop alle visite e alcuni anziani trasferiti
di Claudio Comirato
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 05:55

ANCONA - Il Coronavirus non risparmia la residenza protetta per anziani Villa Almagia, gestita dal Comune di Ancona, di via Veneto. Dei 28 pazienti di solito ospitati, ben 6 al momento sono ricoverati all’Inrca e alcuni sono risultati positivi al Coronavirus.

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A confermarlo l’assessore alle Politiche Sociali Emma Capogrossi. «Nonostante la criticità del momento la situazione a Villa Almagià è sotto controllo anche se alcuni pazienti sono stati trasferiti al Geriatrico - afferma la Capogrossi - Dalle notizie che abbiamo le condizioni di salute di queste persone alcune positive al tampone del Coronavirus vengono definite stazionarie. Quando sono iniziati i primi problemi, il personale ha provveduto ad isolare questi pazienti per evitare il diffondersi dell’infezione. Sono state prese per quanto possibile tutte le precauzioni del caso. Ad esempio si è provveduto alla sospensione delle visite da parte dei parenti anche se nei giorni scorsi il numero degli accessi alla struttura era stato sensibilmente ridotto proprio per limitare i contatti con l’ambiente esterno». I parenti possono colloquiare con gli ospiti attraverso videochiamate.
 
Preoccupato il personale, operatori socio sanitari e infermiere che fanno parte di una cooperativa, in servizio nella residenza protetta. Il problema? La mancanza dei dispositivi di protezione individuale. Questione di cui si sta interessando la Capogrossi «La Regione ci ha fatto sapere che sono arrivate 150mila mascherine Ffp2. Anche questa mattina (ieri, ndr) abbiamo avuto un confronto diretto con la Regione per far presente alcune criticità territoriali - afferma l’assessore - La priorità nella distribuzione di queste mascherine ovviamente va data alle strutture ospedaliere, ma non bisogna dimenticare chi ogni giorno lavora sul territorio garantendo una serie di servizi alla persona e nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di soggetti definiti fragili, come anziani e disabili». 
La cooperativa
La mancanza di dispositivi di protezione individuali sta mettendo in ginocchio anche la Cooss Marche, una delle cooperative più importanti presenti nella Regione con oltre 3mila addetti. Ad Ancona il servizio di assistenza domiciliare per circa 150 pazienti è stato ridimensionato proprio a causa della mancanza di questi dispositivi. Una scelta dolorosa per la cooperativa che, in accordo con il Comune di Ancona, ha ridisegnato l’assistenza domiciliare, tutelando per quanto possibile i casi più gravi. Cooss Marche ha poi rivisto l’assistenza domiciliare anche nella zona della Vallesina. Secca la replica di Franco Pesaresi, direttore dell’area servizi alla persona ambito 9 di Jesi «Dentro gli ospedali ci sono operatori sanitari che non si risparmiano - afferma Pesaresi - ma sembra che l’impegno riguardi solo loro perché al di fuori dell’ospedale chi può fa un passo indietro. Chiedo alla Cooss Marche di rivedere la decisione presa, evitando di richiamarla agli obblighi e responsabilità contrattuali».

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