Da 110 a 21 ricoverati per Coronavirus: è tregua al "Carlo Urbani"

Da 110 a 21 ricoverati per Coronavirus: è tregua al "Carlo Urbani"
Da 110 a 21 ricoverati per Coronavirus: è tregua al "Carlo Urbani"
di Talita Frezzi
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Venerdì 8 Maggio 2020, 11:39

JESI - Al pari del trend nazionale anche all’ospedale Carlo Urbani di Jesi il numero dei guariti dal Covid-19 è in costante crescita, mentre è ai minimi termini quello dei malati ancora ricoverati. Da inizio marzo a fine aprile il nosocomio jesino ha accolto 268 pazienti Covid positivi, il 40% dal Pesarese e il resto dalla Vallesina.

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Oggi dei cinque reparti Covid, che nella fase di picco sono arrivati a ospitare 110 pazienti, ne resta solo uno aperto, la Broncopneumologia riconvertita a Terapia Intensiva dove sono ancora ricoverati 17 pazienti e la Cardiologia-Utic (terapia intensiva 2) che essendo annesse, sebbene vi siano solo 4 pazienti, non può essere chiusa.
 
Ma le previsioni sono ottime, sempre che l’allentamento delle misure di lockdown non riservi brutte sorprese. «L’ospedale Carlo Urbani ha già parzialmente ripreso l’attività ordinaria ambulatoriale, di preospedalizzazione e di alcuni reparti – spiega la direttrice dell’ospedale Sonia Bacelli – il numero dei pazienti Covid è in forte diminuzione e questo ci fa ben sperare per l’imminente chiusura anche della terapia intensiva 2 almeno per il 18 maggio con la ripresa poi delle attività ordinarie. Oltre a questi quattro, ci sono gli ultimi, speriamo, 17 pazienti nel reparto Bpn, accessibile da percorsi differenziati e segnalati rispetto ai reparti ora “puliti”. Quindi i ricoveri dal pronto soccorso si fanno seguendo percorsi anche fisicamente separati».
La chirurgia
La direttrice traccia un quadro positivo: «Già a fine aprile era ripartita l’attività chirurgica ordinaria per quegli interventi urgenti e non differibili (classi U e B), da lunedì in Chirurgia è ripresa anche l’attività ordinaria di reparto e ambulatoriale». E risponde così all’appello del presidente del Tribunale del malato Pasquale Liguori e del presidente del Comitato per la difesa dell’ospedale Franco Iantosca che chiedono al direttore di Area vasta2 Guidi la riapertura delle attività ordinarie del Carlo Urbani. Da fine aprile è cessata anche l’attività dell’ospedale da campo della Marina, con la dimissione dell’ultimo paziente. «Se non ci saranno novità – prosegue la Bacelli – smonteranno le tende a fine maggio. Idem per la struttura della Protezione civile che fungeva da secondo triage, disattivata 15 giorni fa. La previsione è di tornare alla piena funzionalità dell’ospedale entro fine maggio. Poi, in base alle valutazioni dell’Azienda sanitaria, si deciderà sulla possibilità di mantenere un reparto destinato solo ai pazienti Covid. Ma ci teniamo a dire ai cittadini che l’ospedale di Jesi è sicuro». Il timore è che alcuni pazienti rifiutino di venire anche adesso in ospedale aggravando le loro condizioni. «E’ successo – conclude – specie per la parte cardiologica (penso a pazienti affetti da scompensi cardiaci), oncologica e internistica, che i pazienti abbiano rinviato visite o esami prenotati, per paura di contagi e ritardando negli esami strumentali, le loro condizioni sono peggiorate.

I pazienti devono tornare a fidarsi di noi».

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