Solo una donna positiva su 250 tamponi nelle case di riposo, si sarebbe infettata all'ospedale

Solo una donna positiva su 250 tamponi nelle case di riposo, si sarebbe infettata all'ospedale
Solo una donna positiva su 250 tamponi nelle case di riposo, si sarebbe infettata all'ospedale
di Marco Antonini
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Giovedì 14 Maggio 2020, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 19:28

FABRIANO Un caso di positività presso le case di riposo gestite dall’Azienda pubblica di servizio alla persona di Fabriano (Asp) è stato accertato nei giorni scorsi. È il primo da quando è scoppiata la pandemia provocata dal coronavirus. Ad annunciarlo è la direzione delle due strutture fabrianesi. «Il 7 maggio – si legge – l’Asur ha provveduto a fare i tamponi di controllo Covid-19 a tutti gli ospiti e a tutti i dipendenti delle due case di riposo della Azienda pubblica di Servizio alla Persona di Fabriano. Su circa 250 tamponi effettuati sono tutti negativi, uno solo ha dato esito positivo».

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Si tratta di una donna di 98 anni asintomatica che non ha febbre, non ha tosse o mal di gola. L’anziana ad aprile ha fatto delle medicazioni in ospedale, per questo è stata trasferita nel reparto di isolamento della residenza protetta. Martedì, in via precauzionale, è stata trasferita in ospedale in reparto Covid-19.
 
«Ad oggi – dice ancora la direzione delle case di riposo fabrianese - nessun altro ospite della struttura e nessun dipendente è risultato positivo al tampone. La signora trasferita è in ottima salute, facciamo tutti il tifo per lei e ci auguriamo di riaverla presto a Santa Caterina». Tutta la comunità fabrianese si è stretta attorno all’anziana augurandole una rapida guarigione, con la speranza di riuscire ad ottenere presto il doppio tampone negativo nell’arco di 24 ore, test dal quale si evince la completa guarigione.
Il sollievo
Si tira un sospiro di sollievo: anche tutti i dipendenti, infatti, sono risultati negativi al tampone. Nella residenza protetta di Santa Caterina, così come nella Casa di Riposo di San Biagio e Romualdo, sono stati creati dei reparti dove gli ospiti che accusano sintomi (febbre, tosse, mal di gola...) riconducibili al Covid-19 o che per vari motivi ritornano dopo una degenza negli ospedali regionali vengono isolati per un periodo di osservazione di 15 giorni. Ad ogni cambio di stanza, quindi, l’operatore deve svestirsi, gettare i dispositivi di protezione individuale in appositi contenitori, rivestirsi con nuovi Dpi senza possibilità di contaminazioni. L’Azienda pubblica di servizio alla persona è in prima linea contro il Covid-19: in dispositivi, sanificazione continua degli ambienti, doppi turni, aree di isolamento, protocolli sanitari, ha costi aggiuntivi di 2mila euro a settimana.
Sassoferrato
Situazione sotto controllo anche a Sassoferrato. «Nelle due strutture – dice il sindaco, Maurizio Greci - sono stati fatti tamponi a tappeto sia agli ospiti che agli operatori. Gli addetti sono muniti di tutti i dispositivi di protezione individuale previsti, in parte forniti anche dall’Ambito Sociale, ma per la maggior parte messi a disposizione dalla cooperativa che gestisce la struttura comunale dove è stato fatto divieto di acceso ai parenti già prima della data di lockdown nazionale». Il sindaco Greci è soddisfatto del lavoro fatto: «Il tempo ci ha dimostrato che è stata la scelta giusta».

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