Ancona, Mancinelli contro Ceriscioli: il braccio di ferro sulle spiagge riapre vecchie ferite

Ancona, Mancinelli contro Ceriscioli: il braccio di ferro sulle spiagge riapre vecchie ferite
Ancona, Mancinelli contro Ceriscioli: il braccio di ferro sulle spiagge riapre vecchie ferite
di Andrea Taffi
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Domenica 3 Maggio 2020, 09:32 - Ultimo aggiornamento: 21:46

ANCONA - Si erano salutati ai primi di febbraio con affettuoso distacco alla Casa del Popolo, alla Palombella di Ancona, l’ultimo domicilio conosciuto dei rapporti tesi nel Pd a caccia di un candidato condiviso per le Regionali. Poi nella nebulosa del virus ognuno era finito a rincorrere i suoi guai ma, alla fine, rieccoli qua il governatore Luca Ceriscioli e la sindaca del capoluogo di regione, Valeria Mancinelli



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Uno contro l’altro: involontariamente, amministrativamente ma sempre appassionatamente. Per qualcuno anche politicamente. Un’appendice non voluta della guerra fredda tra dicembre e gennaio in nome del bene superiore della Regione e del Pd. Anche questa volta c’è un bene superiore in nome di quale mettersi di traverso: chi si chiami ripresa post-Covid-19 (visto dalla parte del governatore) o che lo si intitoli precauzioni anti seconda ondata (visto dalla parte della sindaca) la sostanza, alla fine, è la solita. Il governatore e la sindaca sono di nuovo ai ferri corti. Il campo di battaglia ora è quello delle spiagge. Aperte dal 4, anzi no, dal 18 maggio.
 
È l’aria del Primo maggio a portare zizzania: alla vigilia, il governatore sancisce che tutte le spiagge della regione da domani, 4 maggio, sono frequentabili per fare attività motoria. Sembra dire di più, quindi, del decreto nazionale del 26 che consentiva gli spostamenti nella regione di residenza solo per le quattro deroghe base (urgenza, salute lavoro e visite ai congiunti) e permetteva attività motoria anche oltre i dintorni della propria abitazione (senza specificare fino a dove). Ceriscioli il 29 aprile codifica e consente lo spostamento in bici o in auto anche per fare «attività motoria o sportiva». Le risposte ai quesiti più richiesti date ieri dal ministero dell’Interno confermano: si può prendere l’auto per andare a passeggiare lontano da casa (ma all’interno della Regione). Ceriscioli è blindato.
Il venerdì mattina infuocato
Un passo indietro. Quand’è che la Mancinelli salta sulla sedia? Venerdì mattina appare un messaggio infuocato della sindaca nella chat interna di Ali (le Autonomie Locali Italiane), in cui si parla di decisione «scandalosa oltre che in palese contrasto con il decreto nazionale del 16 aprile». Con annessa richiesta di convocazione della riunione dell’Anci Marche per sabato (cioè ieri) per spingere il presidente Ceriscioli a revocare il punto specifico «altrimenti io lunedì esco pubblicamente e ci metto il carico da 11» scrive la Mancinelli furiosa. Per i maligni appare pure eccessivo che sul sito della Regione a corredo dell’ordinanza del 27 aprile ci sia la foto di Portonovo, ovvero il luogo meno accessibile di tutta la costa marchigiana. Nel senso di stretto, a capienza limitata e, per di più, nel giorno del patrono. Insomma, una provocazione.
La scorciatoia della sindaca
Fatto sta che venerdì la sindaca prende la scorciatoia. E decide: dal 7 maggio si potrà camminare nei parchi e solo dal 18 si potrà andare a camminare sulle spiagge di Ancona con i fine settimana successivi off limits. «Nessuna ribellione alla Regione» precisa nel day after l’inquilina di Palazzo del Popolo. «La sindaca ha fatto bene - insistono dallo staff della Mancinelli - perché Ceriscioli ha allargato troppo, doveva consentire le passeggiate in spiaggia ma solo per i residenti del comune e stop». Non aiutano le riunioni Anci: lunedì scorso, a 24 ore dalle comunicazioni di Conte, i sindaci e Ceriscioli si lasciano con l’intenzione di concordare una linea comune. Dalla Regione allargano le mani: «Il presidente ha sempre agito incrociando i dati epidemiologici del territorio con le previsioni attese». Alla fine la concertazione (tra governatore e sindaca del capoluogo, almeno) non c’è. 
Le reazioni piccate
Ad Ancona la contro-ordinanza comunale ha sollevato un polverone. Tanti comuni cittadini si sono lamentati sul web perché si sono visti chiusi l’unico sfogo utile delle spiagge. Chi ha voluto colorare un lato politico della vicenda ha avuto ampio materiale. Una lettura forte è che Ceriscioli abbia forzato di proposito sul 4 maggio, un banalissimo lunedì che però ad Ancona coincide con la festa del patrono. Per fare un dispetto alla Mancinelli. In fondo, concertando, si poteva anche aspettare. Ma il tempo dei saluti affettuosamente distaccati era già un ricordo e ormai potremmo essere ai sassolini da togliere dalle scarpe. Il governatore prende le distanze: «Ripicca su Ancona? éer carità, non ho tempo per pensare alle spiagge di Valeria. Capisco che abbia esigenze specifiche». La sintesi è che Ancona, pur avendo ragione nel merito della sicurezza, alla fine si ritrova isolata e senza sponde. Tanto per cambiare.