Tutto esaurito per il pranzo di San Valentino, ma per i ristoratori l'incubo è lo spettro delle nuove chiusure

Tutto esaurito per il pranzo di San Valentino, ma per i ristoratori l'incubo è lo spettro delle nuove chiusure
Tutto esaurito per il pranzo di San Valentino, ma per i ristoratori l'incubo è lo spettro delle nuove chiusure
di Andrea Maccarone
4 Minuti di Lettura
Domenica 14 Febbraio 2021, 05:15

ANCONA-  Freddo e neve non frenano la voglia di un pranzo al ristorante. Tutto pieno per la domenica di San Valentino. Bene gli affari anche durante la settimana in zona gialla, ma la paura di un cambio di colorazione mette in ansia i ristoratori. 

Sold out 

Dappertutto sold out nella domenica di San Valentino. Le condizioni meteo di ieri hanno provocato qualche defezione dell’ultimo minuto, ma subito rimpiazzata senza troppi problemi. «Abbiamo chiuso le prenotazioni dieci giorni fa - afferma Davide Breccia, titolare de LOfficina a Sirolo - con la nevicata di ieri è arrivata anche qualche disdetta, ma avevamo talmente tante richieste che siamo riusciti a rimpiazzare i tavoli». «La gente ha voglia di uscire - dice Tommaso Verdini dell’Osteria del Poggio - e a San Valentino siamo al completo». E’ cambiato l’umore dei ristoratori nelle ultime due settimane. Il settore è tornato a respirare un po’, e la festa degli innamorati è per tutti un’occasione d’oro. «Abbiamo preparato un menù ad hoc - dice lo chef Elis Marchetti - al momento siamo chiusi all’Osteria della Piazza ad Ancona, abbiamo preferito restare operativi al Conero Golf Club dove oltre ai golfisti possiamo ospitare i clienti di passaggio». Dopo un inizio d’anno segnato dalle misure restrittive che in particolare hanno colpito il mondo della ristorazione, si torna a respirare grazie alle ultime due settimane in zona gialla. 

L’ossigeno

Una boccata d’ossigeno per le imprese del settore rassicurate da un altro giro in zona gialla. «Siamo costretti a una visione che va di settimana in settimana - dice Denise Catalano, titolare de Lascensore - però adesso possiamo lavorare, quindi cerchiamo di non lamentarci». Anche se durante i giorni feriali il movimento tende a rallentare. «E’ chiaro che il weekend siamo quasi sempre pieni, a differenza degli altri giorni in cui il flusso è più debole - spiega la ristoratrice - ma finché possiamo lavorare anche un solo turno al giorno va bene. Almeno rientriamo delle spese».

A conti fatti, neanche converrebbe restare aperti durante la settimana. «Ma tenere chiuso anche quando non siamo obbligati a farlo sarebbe come sprecare un’opportunità, quindi seppure non sia più di tanto remunerativo non importa - dice Carlo Carloni della Trattoria Sardella - finché siamo in zona gialla è bene sfruttare ogni singolo giorno di apertura. Poi si vedrà». Del resto il clima di forte incertezza permane. Ciò nonostante, molti ristoratori premono per la riapertura in fascia serale. «Non sono d’accordo su questa posizione - dice Tommaso Verdini - finché non c’è la sicurezza di una zona gialla prolungata credo che non sia opportuno fare pressing per aprire a cena. Organizzare un turno in più al giorno vuol dire raddoppiare le forniture. E se poi ci fanno chiudere di nuovo? Le materie prime andrebbero buttate. Meglio stare calmi e sperare di poter lavorare il più a lungo possibile a pranzo. Quando sarà il momento giusto apriremo achee a cena». Infatti la preoccupazione di un ritorno in zona arancione è sempre presente. L’indice di contagio non è per nulla rassicurante. L’impennata degli ultimi giorni rischia di mettere in dubbio la permanenza in zona gialla, tanto che si parla già di microzonizzazioni soggette ad ulteriori misure restrittive. 

I timori

«Sulla base di questo abbiamo deciso di non riaprire l’Osteria della Piazza - spiega Elis Marchetti - torneremo in attività in Piazza Ugo Bassi solo quando potremo lavorare anche a cena. Altrimenti niente». «Siamo terrorizzati da un ritorno in zona arancione - afferma Davide Breccia - se dovesse succedere saremo costretti a fermare del tutto l’attività. Non conviene fare l’asporto». Solo sentirlo nominare, i ristoratori sobbalzano. Lo spettro di un nuovo stop al servizio in presenza mette tutti col fiato sospeso. «Cerchiamo di essere ottimisti - continua Carlo Carloni - ma lo slalom tra le varianti del virus non è affatto rassicurante». «L’emergenza sanitaria prima di tutto - dice Denise Catalano - ma dovremo cominciare a convivere con il virus. Noi ristoratori siamo i primi a rispettare le regole».

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