ANCONA - La resa di Torrette arriva sul cluster che s’è generato, nell’Anconetano, con la variante inglese: incide del 25% sul numero dei positivi. E si registrano altri tre casi di mutazione del virus, una brasiliana e due africane, individuati dal laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti, riferimento dell’Istituto superiore della sanità. Indiscrezioni vogliono che siano asintomatici. È il segno indelebile che la pandemia torna a picchiare duro. Ieri a metà giornata al pronto soccorso erano 17 i contagiati in attesa e 40 i no Covid, tutti con codici d’accesso tra la media e l’alta gravità. Malati complessi: è la tragica sintesi di un picco che non dà tregua da sabato scorso.
Il contrordine
All’Obi, l’Osservazione breve intensiva, riconvertita ad area Covid, c’era un paziente intubato, mentre la terapia intensiva viaggiava al limite della sopportazione, con 18 dei 19 posti a disposizione occupati. Al completo la semintensiva: 21 su 21. I reparti a minor tasso d’intensità straboccavano: 61 le postazioni prese. E s’abbassa anche l’età media di coloro che sono costretti a passare per il calvario imposto dal virus: accanto ai settantenni, ci sono anche i cinquantenni e pure i quarantenni.
I numeri
Il segno indelebile non risparmia nessuno. Tant’è che sono in aumento, ovunque nelle Marche, i ricoverati per Covid: 617, +10 rispetto al giorno precedente, secondo il bollettino diffuso dalla Regione. Invariati i pazienti in terapia intensiva, 75; quelli in area semi intensiva salgono invece a 163 (+4) e quelli in reparti non intensivi a 379 (+6). Ieri solo il Salesi era a zero, l’Inrca ne contava 44. A Jesi erano 10 in terapia intensiva, 12 in semintensiva e 51 nei reparti ordinari. A Villa Serena, sempre per restare in zona, erano 18; a Senigallia 13 in semi e 17 in ordinaria. E dei 405 positivi emersi tra le nuove diagnosi, 218 sono concentrati nella provincia di Ancona. Quel segno indelebile.