Dall’artrite reumatoide a farmaco contro il Covid, parte la sperimentazione a Torrette. A giorni i test

Dall’artrite reumatoide a farmaco contro il Covid, parte la sperimentazione a Torrette. A giorni i test
di Stefano Rispoli
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Sabato 12 Settembre 2020, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 18:08
ANCONA - Si chiama Tofacitinib e fin qui è stato sempre utilizzato per trattare l’artrite reumatoide, l’artrite psoriasica, la spondilite anchilosante e la colite ulcerosa. Ma tra qualche giorno verrà testato sui malati di Covid-19, nella convinzione che produca una doppia azione di mitigazione della cascata infiammatoria e di riduzione dell’ingresso del virus nelle cellule polmonari.

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La nuova sperimentazione ruota attorno allo studio multicentrico coordinato dall’Università Politecnica delle Marche ed elaborato dagli Ospedali Riuniti di Ancona: ha già ricevuto il via libera dal Comitato Etico e dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e, dunque, è pronto a partire. Il professor Armando Gabrielli, primario della Clinica Medica, e il dottor Giovanni Pomponio sono gli ideatori del progetto che coinvolgerà la Clinica di Malattie Infettive diretta dal professor Andrea Giacometti e la Divisione di Malattie Infettive guidata da Marcello Tavio, con il supporto di Laboratorio, Farmacia e Virologia.
«Ci aspettiamo risultati migliori rispetto al Tocilizumab che abbiamo sperimentato nei mesi scorsi e qualche effetto l’ha dato - spiega il professor Giacometti -. Il Tofacitinib è un farmaco simile, utilizzato per curare principalmente malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, ma si può assumere in pasticca ed è più potente per la sua capacità di inibire i processi infiammatori e la tempesta citochimica che avviene nell’organismo dopo l’infezione. Verrà somministrato per via orale per due settimane, ma poi i controlli dureranno per un mese». Il protocollo prevede che il farmaco venga somministrato entro le prime 24 ore dal ricovero a nuovi pazienti positivi alle prese con infezioni polmonari.
Nello studio multicentrico, a cui hanno chiesto di aderire gli ospedali di Pescara, Bologna e Roma tra gli altri, verranno sorteggiati circa 200 volontari, metà dei quali saranno sottoposti alla classica terapia anti-Covid, l’altra metà al trattamento con Tofacitinib, in modo da poter confrontare l’andamento della malattia, valutare l’efficacia della sperimentazione e segnalare eventuali effetti indesiderati. Se tutto va bene, si partirà dalla prossima settimana: i primi dati potrebbero essere disponibili già a ottobre.
Intanto, prosegue lo studio sulla terapia al plasma iperimmune. Fin qui sono stati trattati 9 casi nella regione: 6 a Marche Nord e 3 alle Malattie Infettive di Torrette, di cui due in Clinica e uno in Divisione. Sei pazienti sono stati dimessi, due sono ancora ricoverati, uno è deceduto: un’anziana di 93 anni, in cura a Torrette, con problemi cardiovascolari e una grave polmonite da Covid. «È ancora prematuro fare valutazioni, ma intanto non abbiamo registrato effetti indesiderati», spiega Giacometti. E ora si aspetta la disponibilità del Remdesivir, farmaco approvato dall’Unione Europea contro il Covid che, a parità di aggressività, sta generando meno decessi. «È la conseguenza di un maggior controllo anticipato sulla popolazione - sostiene il professor Gabrielli -, le persone fragili sono più attenzionate e vengono meno a contatto con il virus. Poi ci sono altri aspetti su cui lavorano colleghi specialisti per capire se davvero il Covid sia diventato meno aggressivo». 

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