Padri separati lontani dai figli, c’è il decreto che non è chiaro. Lo spostamento per le visite un punto non contemplato

Padri separati lontani dai figli, c’è il decreto che non è chiaro. Lo spostamento per le visite un punto non contemplato
Padri separati lontani dai figli, c’è il decreto che non è chiaro. ​Lo spostamento per le visite un punto non contemplato
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Sabato 4 Aprile 2020, 07:07

ANCONA  - «La difficoltà maggiore s’è ravvisata con il decreto in cui è stato imposto il divieto di spostamento da comune a comune se non per ragioni di necessità. In questo contesto, ci sono state incertezze per capire se fosse ancora garantito al genitore separato il diritto di visita al figlio. Ancora oggi, la norma è di difficile interpretazione. A sciogliere un po’ i dubbi sono le cosiddette Faq pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio dei ministri, ma nient’altro».

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È la riflessione dell’avvocato Bernardo Becci, referente legale per le Marche dell’associazione Padri Separati. Quello delle visite ai figli durante l’emergenza Coronavirus è un tema complesso che tocca la sfera dei diritti dei minori e della continuità delle relazioni affettive. Il Dpcm a cui fa riferimento è quello firmato il 22 marzo, in cui è stato vietato lo spostamento tra comuni diversi se non per comprovate esigenze lavorative, motivi di salute o assoluta urgenza. E il diritto di visita per i genitori separati? Il decreto non menziona questo punto. Una precisazione è arrivata solamente con la Faq del Governo: «Gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore, o comunque presso l’affidatario, per condurli presso di sé, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimento di separazione o divorzio».

«Ma basta la Faq - si chiede l’avvocato - per non incappare nelle sanzioni? Per questo ho scritto al Garante dei Diritti. Servirebbero delle linee guida per permettere ai genitori di spostarsi serenamente. Dopo quel Dpcm, alcuni hanno preferito rinunciare alla visita per non rischiare eventuali multe ma anche, ovviamente, per diminuire il pericolo contagio. Con l’emergenza Coronavirus è indubbio che è più difficile l’esercizio genitoriale. Ci sono le videochiamate, ma non è la stessa cosa. Può venir meno il diritto del bambino di poter stare con i genitori. Non poter vivere un rapporto continuativo e alcuni momenti di quotidianità diventa un’ulteriore complicazione per i minori e per l’equilibrio del nucleo familiare. Stiamo vivendo un momento di grande difficoltà».

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