Ospedali Riuniti, il dg Caporossi e le donazioni dei lettori: «Grazie al Corriere nasce una nuova terapia intensiva»

Michele Caporossi direttore generale di Ospedali Riuniti con il dottor Aldo Salvi dirigente della Sod di Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza
Michele Caporossi direttore generale di Ospedali Riuniti con il dottor Aldo Salvi dirigente della Sod di Pronto Soccorso e Medicina d’urgenza
di Maria Teresa Bianciardi
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 16:21

A Torrette nascerà una nuova Unità di terapia intensiva, grazie alla generosità dei lettori del Corriere Adriatico che hanno aderito alla raccolta solidale durante l’emergenza per il Coronavirus. Lo ha annunciato il direttore generale di Ospedali Riuniti, Michele Caporossi: adesso che la pressione si allentata, adesso che la fase critica sembra essere ormai alle spalle, il dg racconta quei drammatici giorni nelle corsie dell’ospedale regionale e sottolinea l’importanza del contributo messo a disposizione per sostenere la struttura sanitaria con adeguate strumentazioni salvavita.
Direttore Caporossi, si comincia a respirare, pur con tutte le cautele del caso.
«Sì, per fortuna. Ma sono stati giorni difficilissimi, durante i quali l’ospedale è stato messo sotto pressione e il personale medico e paramedico ha lavorato sopra le proprie forze con uno straordinario spirito di abnegazione».

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Commoventi le immagini dei sanitari stremati dopo i turni no-stop nei reparti Covid e nelle terapie intensive. Immagini che difficilmente le Marche dimenticheranno.
«La grande risposta alla gara di solidarietà attivata dal Corriere Adriatico ha mostrato quanto i marchigiani si siano stretti l’uno all’altro in un momento così particolare e inimmaginabile. Grazie a questa raccolta siamo riusciti a dotarci di preziose strumentazioni che hanno contribuito ad individuare velocemente i danni causati dal virus ed intervenire evitando il peggio».

Cosa avete acquistato con le donazioni arrivate?
«Due ecotomografi, una sonda transesofagea ecoguidata e centraline di monitoraggio di nuovissima generazione per otto posti letto. Proprio questi ultimi ci consentiranno di istituire una nuova Unità di terapia intensiva respiratoria del reparto di Emergenza-Urgenza con al timone anche i nostri massimi esperti pneumologi, il professor Gasparini e la dottoressa Zuccatosta.Un ospedale, dunque, sempre più ricco ed in grado di fornire risposte possibili a tutte le patologie».

I due ecotomografi sono il frutto della prima donazione, quando l’emergenza era al massimo.
«E hanno rappresentato una sorta di nave-scuola per far intraprendere ai medici uno straordinario viaggio per la diagnosi del Covid-19 senza l’utilizzo della Tac, velocizzando dunque anche i tempi per sconfiggere la malattia. L’importanza dell’ecografia nel riconoscere la polmonite interstiziale da Coronavirus ci è stata sottolineata da due anestesisti di Lecco e di Bologna che sono venuti ad Ancona a metà marzo e che hanno aperto la strada verso questo tipo di diagnosi rapida ed efficace».

Direttore, diceva che un’altra parte delle donazioni è stata utilizzata per l’acquisto di una sonda di ultimissima generazione.
«Anche in questo caso si è rivelata fondamentale per trattare i pazienti Covid, quelli più gravi, ricoverati in terapia intensiva che hanno lottato per giorni tra la vita e la morte».

Qual è la funzione di questa nuova strumentazione?
«In sostanza si introduce la sonda nell’esofago dei malati per leggere i parametri cardiaci durante la procedura di rianimazione in Ecmo, ossia la circolazione extracorporea. Attualmente abbiamo ancora tre pazienti Covid in terapia intensiva e sottoposti ad Ecmo. Un trattamento salvavita perché permette alla terapia farmacologica di funzionare al massimo in tutti gli altri organi mentre cuore e polmoni si riposano». 

Nelle Marche sono stati molti i pazienti che hanno avuto necessità di questo trattamento straordinario ma choccante?
«Come ospedale regionale siamo stati in grado di intervenire tempestivamente in tutti i casi e la nostra clinica di Rianimazione è riuscita a sopportare la pressione a cui è stata sottoposta con grande impegno e generosità di tutti. Tengo però a ringraziare ancora i lettori del Corriere, il direttore e l’editore per l’opportunità che hanno dato a Ospedali Riuniti nella grande lotta contro il Coronavirus».
 

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