JESI - Il prof trasforma il terreno fertile della conoscenza in un campo minato. «Questa storia del virus ha proprio rotto le scatole, non c’è nessuna emergenza sanitaria».
LEGGI ANCHE: Coronavirus, altri sei morti in un giorno nelle Marche: il più giovane aveva 68 anni/ La mappa del contagio
Sono parole choc quelle con le quali un docente di matematica e fisica del Liceo delle Scienze Umane e del Liceo Economico Vittorio Emanuele II di Jesi, si sarebbe rivolto agli studenti. Introducendoli alle sue teorie negazioniste rispetto al Covid, alla pandemia mondiale e alle croci che ha costretto a piantare in ogni angolo del pianeta. Frasi in libertà. La voce, contro e isolata, di quel prof un effetto tuttavia potrebbe produrlo: annullare lo sforzo di una scuola che s’è prodigata per far giungere agli alunni un’informazione corretta, impegnandosi senza risparmiarsi per organizzare il ritorno tra i banchi e la didattica a distanza poi. Come un virus nel virus.
Il racconto
Il docente, come è stato raccontato da insegnanti e studenti, già durante la didattica in presenza era stato richiamato per la sua scarsa propensione a indossare la mascherina, in violazione alle normative sanitarie vigenti contro la diffusione del Coronavirus. E sebbene ora il liceo jesino, così come le altre scuole superiori, sia deserto visto con le lezioni che si svolgono a distanza sulla piattaforma dedicata alla Dad, sulle chat di classe sono rimbalzati dei messaggi tramite whatsapp del docente fino all’invito di una protesta in presenza davanti alla scuola.
L’invito
E ancora: «La gente ha paura perfino di un raffreddore ormai... Tutti i tamponi non servono ad altro che destabilizzare e far credere che ci sia una pandemia». Le tradizionali frasi del negazionismo che se nella rete possono rimbalzare, diventano inascoltabili quando arrivano da una cattedra. Poi la proposta: «Visto che è bel tempo, perché non venite seduti lungo il Corso, davanti alla scuola facendo Dad col cellulare per farvi sentire un po’? Che cavolo fate a casa da soli nella deprimente camera in cui c’è solitudine e non crescita in tutti i sensi? Lo so che non è facile ma se ci organizziamo almeno un giorno per farsi sentire si può fare...».
Insomma, nel messaggio whatsapp il prof - che spera nell’effetto virale - invita i suoi studenti a radunarsi lungo il corso in una sorta di sit-in che creerebbe inevitabilmente, degli assembramenti. Un incoraggiamento che, provenendo da un docente e da un ambiente formativo, appare estremamente grave. «L’obiettivo di tutta sta storia - si legge in un altro messaggio - è farvi fare il prossimo vaccino che non sarà un vaccino normale ma “CO V I D” cioè copertura vaccinale intelligenza digitale».
Da parte dei rappresentanti dell’Istituto al momento nessun commento, né presa di posizione, ma non si escludono provvedimenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA