La burocrazia soffoca le micro imprese: «Questa è la crisi più grande di sempre»

Per le imprese artigiane la ripresa sara lunga e complicata per la mole di burocrazia da affrontare
Per le imprese artigiane la ripresa sara lunga e complicata per la mole di burocrazia da affrontare
di Aminto Camilli
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Martedì 19 Maggio 2020, 10:00

FABRIANO  - Tanta voglia di ripartire, ma anche tanta incertezza. Dopo la sosta forzata di due mesi e mezzo per il Coronavirus, pure per le micro e piccole imprese del Fabrianese comincia la ripresa, ma le difficoltà non sono poche. Il rientro, scattato ieri, si prospetta in salita e pieno di insidie, ferma restando la voglia degli imprenditori di riavviare le proprie attività, cercando di ricreare il più possibile quel clima di normalità che manca ormai dall’inizio di marzo. 

«Va subito detto che la riapertura coincide con una marea di prescrizioni – spiega Maurizio Romagnoli, presidente della Cna – per cui il titolare dell’impresa sarà oberato di impegni sotto l’aspetto burocratico e non solo. Questo vuol dire che ogni imprenditore si troverà di fronte a una mole di lavoro notevole, poiché, oltre alle consuete mansioni relative all’azienda, dovrà obbligatoriamente ottemperare alle disposizioni del bando inerenti, tanto per fare degli esempi, ai protocolli sanitari, agli iter burocratici, alla documentazione, alla sanificazione e così via». 

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Intanto, le molteplici realtà produttive del comprensorio riprendono a muoversi con cautela, ma anche con determinazione. «Le piccole aziende – osserva Romagnoli – stanno cercando di riallacciare i rapporti con i grandi gruppi industriali, perché è sempre più difficile fare una programmazione dell’attività, che per un’impresa è fondamentale. Per le realtà artigianali, il momento attuale è assai più delicato della crisi del 2007-2008 e della fase negativa riguardante il periodo 2013-2015. Finché durerà la cassa integrazione, si potrà tenere botta, ma ad un certo punto il rischio di licenziamenti potrebbe anche farsi concreto».

Prudenza mista a fiducia si mescolano nella riflessione di Federico Castagna, segretario della Confartigianato. «Innanzitutto – afferma Castagna – riguardo ai protocolli della Regione Marche ha prevalso il buon senso, poiché si sono contemperate al meglio le esigenze sanitarie con le richieste delle imprese. Dobbiamo considerare che siamo tuttora in una fase emergenziale che, come tale, deve essere affrontata con la dovuta attenzione e il massimo scrupolo». Secondo Castagna, in concomitanza con la ripresa delle attività dei negozi e delle piccole realtà produttive, occorre concentrarsi su alcune questioni.

«Urge il massimo rispetto dei protocolli della Regione che sono efficaci e validi – sottolinea il segretario della Cgia – e le imprese devono seguire alla lettera le disposizioni previste, affinché la ripartenza avvenga nella massima sicurezza per tutti. Nel contempo, auspichiamo che l’amministrazione civica ponga attenzione alle richieste che le abbiamo inviato in questi giorni in merito alla sospensione dei tributi (Tari, Tosap, Imu) fino al 31 dicembre per tutte quelle attività che sono rimaste chiuse dall’inizio di marzo.

Alla giunta chiediamo, inoltre, l’istituzione di un fondo per rimborsare quegli artigiani e titolari di attività che hanno dovuto affrontare delle spese per mettere in sicurezza i propri locali».

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