ANCONA - Dita incrociate, per chi è scaramantico. Un segno della croce, per chi crede che il soffio benevolo della Provvidenza possa tenere lontano il Covid. Poi via a scuola, a vedere se tra i banchi non abbia preso posto il virus. Alla primaria Antognini dell’istituto comprensivo Cittadella Hack, si è riaffacciato. Positivi due docenti, e una classe in quarantena, che si aggiungono ad altre due, sempre della elementare, in isolamento.
L’incertezza
Si vive alla giornata, è il destino a decidere che piega prendere. Nella trincea della scuola si parano i colpi. E ci si riorganizza perché non facciano troppi danni. «Ci siamo attivati per la didattica digitale», spiega la dirigente Maria Alessandra Bertini. Lezioni a distanza e scolaretti delle primarie, due concetti difficili da immaginare insieme. Eppure, fa notare la preside Bertini, «è una didattica che abbiamo attivato durante il lockdown già dal 7 marzo scorso, pur con tutti i limiti e le criticità che comporta e proprio per queste ragioni prevede un arco temporale ridotto ed è alternata alle lezioni in presenza».
Il futuro
E per questo la speranza è che non debbano rappresentare l’unica alternativa nella malaugurata ipotesi di chiusura duratura. Anche per le enormi difficoltà organizzative che dovrebbero affrontare le famiglie.
E pure l’organico per l’attuale livello di emergenza sembra bastare, grazie alla disponibilità e al senso del dovere di chi lavora durissimo. «Il surplus d’impegno con la pandemia è enorme, specie per il personale amministrativo che non ha orario e deve evadere tutte le richieste del dipartimento di prevenzione anche nei giorni festivi, dagli elenchi degli alunni ai vari procedimenti. Però - spiega la preside - con l’organico Covid che ci è stato assegnato per collaboratori scolastici e docenti, sulla base delle indicazioni segnalate dalle scuola, riusciamo a gestire l’attuale situazione. Per il futuro non possiamo dire».
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