Il Salesi è Covid free, a Torrette restano quattro positivi a Malattie infettive

Il Salesi è Covid free, a Torrette restano quattro positivi a Malattie infettive
Il Salesi è Covid free, a Torrette restano quattro positivi a Malattie infettive
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Luglio 2021, 09:37

ANCONA - Liberato l’ultimo posto di terapia intensiva, il Salesi da lunedì è Covid-free. Il ritorno alla normalità del presidio pediatrico dorico passa attraverso la donazione di una sessantina di strumenti musicali della storica Bontempi di Potenza Picena e i dati del bollettino degli Ospedali Riuniti. Nella stessa griglia, che interseca letti disponibili e numero di contagi, Torrette è ad appena quattro positivi in malattie infettive, dove vengono sistemati i pazienti a minor rischio.

Contagi triplicati nelle Marche ma lo scudo vaccini fa calare i ricoveri. Il 60% dei positivi sono under 24. Piceno seconda provincia più infetta d’Italia

Rianimazione e sub-intensiva stanno a zero. Pare un ricordo lontano quel 25 marzo del picco dei 160 e quel giorno di fine febbraio quando si sono dovute requisire quattro sale operatorie per sistemare i più gravi. Al pronto soccorso si contano 239 passaggi in 24 ore, dei quali nove i sospetti contaminati dal Coronavirus. Nel punto di prima emergenza ora si consuma un’altra allerta: il caldo record, generato dall’anticiclone africano. Non dà tregua e fa impennare i malori.
Il vertice
È il tempo sospeso tra le prove generali di ritorno all’attività ordinaria e il timore che possa scattare una preallerta per via della variante Delta. Uno spazio di transizione nel quale la grande fuga degli infermieri perde vigore, ma non si arresta. Domani verrà convocato un altro vertice, ristretto rispetto a quello di fine giugno, sempre con chirurghi e direzione a confronto. Si tratta di convertire in azione, e presto, l’ipotesi di liberare sei di quelle figure professionali dalle rianimazioni, non più sotto scacco del virus, per spostarle nel blocco operatorio. Vietato distrarsi, è il mantra di Antonello Maraldo, che procede su più direttrici. «Qui non si abbassa la guardia. Cerchiamo di rispettate i tempi dettati dal decreto-legge 34 dell’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri. L’obiettivo è essere pronti, entro settembre, con 20 dei 38 nuovi posti di terapia intensiva. Ora siamo concentrati sul fronte della logistica». Il nodo - va ripetendo il direttore amministrativo - resta il personale. Riprende il filo del ragionamento e aggiorna la tabella di marcia: «Quei due piani attrezzati sono già pronti al collaudo, che dovrà avvenire entro il 31 luglio». Meno scontato il passaggio successivo: per attivare quel reparto - che in caso di ripresa del virus eviterebbe di sacrificare, come già accaduto nel 2020, le sale operatorie - servirebbero almeno 50-60 tra medici e infermieri. «Un po’ quello che è accaduto al Covid Hospital di Civitanova. Fatta la struttura - invita al ripasso il direttore - la difficoltà è stata sul fronte delle risorse umane». 
I sieri
Le spine della quotidianità mettono il silenziatore alla paura di una quarta ondata. «Oggi la preoccupazione è gestire un ospedale in pieno piano ferie e con l’esodo degli infermieri in atto.

Il timore - fissa il punto Maraldo - arriverà dopo la seconda settimana di agosto, perché i contagi sono in aumento, ma l’ospedalizzazione no. L’efficacia dei sieri è dimostrata. Stiamo ragionando, dopo la cabina di regia di lunedì in Regione, di ridurre da fine luglio a metà di agosto le linee vaccinali del nostro centro, passando da quattro a tre, forse anche a due. Sempre per non sprecare le forze in campo». In previsione, in quell’arco temporale, si prevede una contrazione delle somministrazioni, che ormai sono solo richiami. Fino al 20 luglio le prenotazioni sono in media 440-450 al giorno. Poi, da quel giorno inizierà una discesa veloce. Si torna in Regione. In ballo c’è un milione di premialità Covid. Il grosso andrà all’Asur. L’ipotesi di riparto prevede per Torrette 104mila euro per il comparto, ovvero per gli infermieri, e 51mila euro per la dirigenza, i medici. È sempre quel tempo sospeso, tra prove generali di ritorno all’attività ordinaria e timore che possa scattare una preallerta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA