Messa a San Ciriaco: niente segno della pace e due persone per ogni panca

Messa a San Ciriaco:niente segno di pace e due persone per ogni panca
Messa a San Ciriaco:niente segno di pace e due persone per ogni panca
di Edoardo Danieli
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Martedì 19 Maggio 2020, 07:10

ANCONA -  Il popolo, come lo chiama Papa Francesco, torna a riunirsi ma resta diviso. Nel Duomo di San Ciriaco, in vetta al Guasco e davanti al mare, è un post it giallo, lasciato sulle panche, a segnare la distanza tra i fedeli. A riempire il vuoto pensano baci, dispensati a distanza, e cenni di intesa che sfuggono dalle mascherine. È la prima messa dopo la chiusura imposta dal Coronavirus, i frequentatori più assidui non notano un afflusso eccezionale di persone. Poco prima delle 9, ora fissata per l’inizio, ci saranno venti persone che diventano trenta alla fine della funzione. L’austera e accogliente cattedrale non fa fatica ad accogliere tutti con il pieno rispetto delle norme sulle distanze.

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Ognuno ha il suo modo di confrontarsi con il rischio del contagio nell’ora della ripartenza: tutti indossano la mascherine, due anche i guanti, una donna stende un foglio di carta sulla panca e sull’inginocchiatoio. C’è chi porta un mazzo di calle sull’altare della Madonna miracolosa. Gesti di devozione che l’epidemia non cancella, anzi rende ancora più partecipati. L’accensione delle luci e delle candele segna l’avvicinarsi della celebrazione. È il rettore del Duomo, don Giuliano Nava, prima del rito, a dare le indicazioni ai fedeli che accoglie con un caloroso «bentornati».

 
Auspica un pieno rispetto delle norme per frequentare la chiesa, spiega che i post it sulle panche sono provvisori e che le sedie sono state posizionate non solo alla distanza corretta ma in maniera tale da consentire la visione dell’altare e dell’ambone. Altre precauzioni: le letture saranno fatte da una sola persona; le intenzioni saranno lette da un altro microfono; ogni apparecchio sarà poi sanificato dopo l’uso. Dice anche che sarà il sacerdote a portare la comunione ai fedeli che tenderanno la mano e potranno così vivere «l’esperienza del mendicante». Gli Atti degli Apostoli e il vangelo di Giovanni costituiscono la riflessione della giornata che don Giuliano condivide con i fedeli. Molti i richiami alla realtà che stiamo vivendo.

«Tutte le vicende della vita, anche quelle che possono essere oscure, hanno uno scopo dentro il piano provvidenziale di Dio», dice in un passo. In un altro esorta a non lasciarsi andare allo sconforto: «Se il Padre ha permesso questa esperienza è perché sa che, attraverso la fede, avete la forza, il coraggio la passione, l’intelligenza e la pazienza per trasformarla in una funzione della vostra storia». La comunione, stante l’esiguità delle persone e la maestosità della chiesa, resta comunque un momento di intensa sacralità. Il segno della pace, invece, non c’è proprio per evitare i contatti. Una signora comunque si gira e china la testa verso un altro fedele.

La celebrazione finisce e si esce dal portone laterale. La messa a San Ciriaco è tornata.

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