Le farmacie sempre più in trincea con Covid-19: «Dateci le protezioni»

Le farmacie sempre più in trincea: «Dateci le protezioni»
Le farmacie sempre più in trincea: «Dateci le protezioni»
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Mercoledì 1 Aprile 2020, 09:50
ANCONA  - Sono in trincea dall’inizio dell’epidemia, per competenze e per la loro capillare presenza sul territorio: sono le farmacie, presidi vicini ai cittadini che, nell’emergenza coronavirus, stanno svolgendo un ruolo fondamentale. Nelle Marche sono 600, in provincia di Ancona 145, per Andrea Avitabile, il presidente della Federfarma anconetana, l’associazione provinciale dei titolari di farmacia, sono «gli avamposti del Servizio Sanitario Nazionale».

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Presi d’assalto da subito da cittadini preoccupati ed ansiosi di avere delle risposte, oggi nella gestione dell’emergenza sono dei pilastri. Soprattutto con la nuova procedura che fa arrivare via mail o via messaggio la ricetta medica direttamente al paziente. «È un passo tecnologico che ci aspettavamo – commenta Avitabile - l’epidemia ha solo accelerato un processo che facilita la delicata gestione dei pazienti cronici da parte dei farmacisti».

Nelle Marche, il passaggio tutto sommato è stato quasi indolore. Esiste da tempo una stretta collaborazione tra farmacisti e Regione Marche. Le farmacie marchigiane sono state incaricate di distribuire le medicine per conto degli ospedali a prezzi forfaittari evitando ai cittadini di spostarsi fino agli ospedali. «Il che, in questo momento – ricorda Avitabile –, aiuta a ridurre spostamenti inutili e, quindi, la diffusione del contagio».

 


Rimane la richiesta, ma questa volta rivolta al Governo, di tener conto che stanno operando a diretto contatto con il pubblico e senza protezione adeguata. «Impossibile lavorare a porte chiuse – spiega – dobbiamo comunicare con il cliente. Siamo a rischio, lo sono anche le nostre famiglie. Non tutelare i farmacisti – incalza - significa creare problemi a chi, per il momento, costituisce uno dei perni che riesce a mantenere in equilibrio il sistema».
Il farmacista ritrova così il ruolo di punto di riferimento per la comunità, con incarichi maggiori, che vanno di pari passo con il nuovo network sanitario.

«Un network – spiega il farmacista Luca Antonelli erede di una famiglia che, dal 1811, ha una farmacia a Sassoferrato - nel quale i farmacisti, otto se non nove ore al giorno e tutti i giorni dell’anno, sono gli interlocutori naturali dei pazienti, diventano operatori in grado di colmare parte dei bisogni e dei servizi rivolti ai cittadini. Figure conosciute che possono dare consulenze approfondite sulle medicine, disponibili per la piccola diagnostica, in grado di orientare verso prestazioni specialistiche e assicurare la consegna dei medicinali a chi è in oggettive difficoltà». Figure fondamentali in questo scenario proiettati della rete, fino a parlare di farmacisti 4.0 ma saòdamente ancorati alla comunità. «Un farmacista – conclude Avitabile - che aiuta il paziente nella migliore gestione delle proprie cure e affianca i medici di base nel monitoraggio della continuità terapeutica».
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