Lo spray urticante scatena il finimondo
Strage di ragazzini: Marche sotto choc

Lo spray urticante scatena il finimondo Strage di ragazzini: Marche sotto choc
di Lorenzo Sconocchini
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Domenica 9 Dicembre 2018, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 11:09

CORINALDO - Calpestati dalla folla, come allo stadio Heysel, 33 anni fa. Morti per assistere a un concerto, come i loro coetanei assassinati dall’Isis a Manchester nel maggio 2017 durante lo show di Ariana Grande. E oggi come allora resta in terra un tappeto di scarpe, sparse sulle vie di fuga, perse per strada da chi cercava di sottrarsi alla calca per non finire stritolato. Sei morti per il panico scatenato da uno spray al peperoncino spruzzato al chiuso, da un ragazzo minorenne, secondo un’usanza folle che già in passato ha guastato i concerti di Sfera Ebbasta, il trapper che spopola sui social e incanta i teenagers. E poi circa 100 feriti o contusi o intossicati, almeno 7 dei quali ricoverati in Rianimazione a Torrette, ancora in pericolo di vita. Quasi tutte le vittime sono adolescenti, la fascia d’età più gettonata tra i fan di Sfera Ebbasta, al secolo Gionata Boschetti, artista lombardo di 26 anni. Quello di “Ricchi per sempre”.

 

Sei morti, stritolati e asfissiati, non solo perché dentro la discoteca molti tossivano, avevano prurito agli occhi, e c’è stato il fuggi fuggi generale per prendere aria all’aperto. Ma anche perché, secondo le prime ipotesi investigative della Procura di Ancona, alla “Lanterna Azzurra” l’altra notte c’era troppa gente, con quasi 1.400 biglietti venduti fino alla vigilia del concerto, soprattutto online, ben oltre la capienza massima consentita (870 spettatori) per quella discoteca ricavata da una vecchia stalla di via Madonna del Piano, aperta campagna tra Corinaldo e Mondolfo. E pare - come svelato dal premier Giuseppe Conte ieri in un summit alla Prefettura di Ancona - che al momento del panico, scatenato dai gas urticanti, fosse adibita a concerto una sola delle tre sale, un rettangolo da 20 metri per 40 capace di contenere 469 ospiti. 

C’è poi un terzo aspetto, affidato ai tecnici dei vigili del fuoco, che l’inchiesta dovrà chiarire, quello del piano di evacuazione e dell’idoneità delle uscite di sicurezza. Ce ne sono tre, nel perimetro della “Lanterna Azzurra”, ma chi ha imboccato quella che dà sul retro del locale s’è infilato in una trappola mortale, come testimonia un video girato con lo smartphone da una testimone e già acquisito dagli investigatori.

Si vede la folla uscire ammassata dal locale, accalcarsi sul ponticello che scavalca un piccolo fossato e porta nel parcheggio. Le riprese inquadrano un serpentone strozzato che ondeggia, barcolla e poi si piega sulla destra, scrollandosi di dosso decine di giovani, scaraventati nella fossa sottostante, profonda poco più di un metro, accatastati gli uni sugli altri. «Probabilmente i due parapetti in ferro non hanno retto perché s’erano arrugginiti», è l’ipotesi avanzata quando è ancora notte dal questore di Ancona Oreste Capocasa, turbato dalle scene viste davanti alla “Lanterna Azzurra”, dov’è accorso insieme al comandante provinciale dei carabinieri Cristian Carrozza. «Porterò sempre con me queste scene strazianti», si commuove il questore. La strage più sanguinosa della storia recente delle Marche, dopo l’apocalisse del terremoto di Arquata del Tronto, è una strage di ragazzini, perché cinque dei sei morti dell’assurda notte di Corinaldo hanno tra i 14 e 16 anni. Troppo piccoli per cavarsela da soli in quella baraonda, dove molti dei ragazzi più grandi hanno bevuto e fumato troppo.

E poi c’è una mamma, pressata in quel caos mentre cercava di proteggere la sua ragazza durante la fuga. Eleonora Girolimini, senigalliese di 39 anni, estratta da quel groviglio di corpi già agonizzante e morta sul piazzale della discoteca. Lascia la figlia che ha salvato e altri tre ragazzi. 

Accanto a quello della mamma coraggio, allineati, i cadaveri dei ragazzini, figli di tutti noi. Tre abitavano a Senigallia - Asia Nasoni e Emma Fabini, 14 anni, e Daniele Pongetti, 16 - gli altri in provincia di Pesaro: Benedetta Vitali, 15 anni, viveva a Fano, mentre Mattia Orlandi, 15 anni, era di Frontone. 
In tutte le Marche e in molte città d’Italia si spengono in segno di lutto le luci di Natale, si annullano feste e partite di calcio e volley dei campionati regionali. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dà voce a chi s’indigna per questo bagno di sangue(«non si può morire così»), il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in tour tra Corinaldo e Ancona, promette giustizia: «Se qualcuno per avidità ha sulla coscienza qualche morto, fosse l’ultima cosa che faccio, pagherà». Sarà una doppia indagine, della Procura ordinaria e di quella minorile, a stabilire chi deve pagare. A partire da chi ha spruzzato lo spray, scatenando il finimondo intorno a mezzanotte e tre quarti, quando Sfera Ebbasta non aveva ancora messo piede in discoteca, benché l’inizio del concerto (prezzo del biglietto, 22 euro) fosse indicato nelle locandine per le ore 22 e 05. Lo aspettavano da un minuto all’altro, ma è arrivato l’ordine di evacuare, dato da un deejay alla consolle. «Qualcuno ha aperto una bomboletta di spray al peperoncino, siete pregati di uscire con calma». Invece la fuga è stata precipitosa e scomposta.

Diversi feriti hanno raccontato di aver visto una persona con il cappuccio della felpa calato sul volto togliere la linguetta di una bomboletta spray. E una bomboletta con liquido urticante (chissà se proprio quella) è stata sequestrata dai carabinieri nel locale. Nella discoteca non ci sono telecamere, ma l’altra notte nel passaparola dei ragazzi circolava il nome di un minorenne che abita in provincia di Ancona, uno spunto su cui stanno lavorando i carabinieri del Reparto operativo di Ancona e della Compagnia di Senigallia. 

Così si spiega la presenza durante un sopralluogo a Corinaldo del procuratore dei minori Giovanna Lebboroni, insieme al procuratore capo di Ancona Monica Garulli e al procuratore generale Sergio Sottani. Chi ha sparato nell’aria la sostanza urticante, rischia un’accusa di omicidio preterintenzionale plurimo. S’indaga invece per omicidio colposo plurimo sul capitolo che riguarda il sovraffollamento del locale e il rispetto delle misure di sicurezza, un fascicolo affidato al pm Paolo Gubinelli. I carabinieri hanno sentito un centinaio di potenziali testimoni e anche i tre amministratori del locale, un atto dovuto che in genere prelude all’iscrizione nel registro degli indagati.

 

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