Strage della Lanterna Azzurra, la Procura chiede il processo per l'ottavo uomo della banda dello spray: ha 22 anni

Strage della Lanterna Azzurra, la Procura chiede il processo per l'ottavo uomo della banda: ha 22 anni
Strage della Lanterna Azzurra, la Procura chiede il processo per l'ottavo uomo della banda: ha 22 anni
di Lorenzo Sconocchini
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 19:11

ANCONA - C’era un altro bad boy della via Emilia nella notte tragica di Corinaldo. Non solo i sei balordi strappatori di catenine della banda dello spray, già condannati in primo grado e ora in attesa di appello. Non solo il loro complice di scorrerie (Eros A.) che ha schivato un processo solo perché, durante le indagini, ha perso la vita in un incidente stradale. Con una mossa che ha sorpreso molti, ora la Procura di Ancona colloca sullo scenario della Lanterna Azzurra, nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, anche un ottavo componente del commando sceso dall’Emilia fino a Corinaldo per fare razzia di monili durante il concerto del trapper Sfera Ebbasta.

Udienza ad aprile

Si tratta di Riccardo Marchi, un 22enne di Bologna per il quale i pm Paolo Gubinelli e Valentina Bavai hanno chiesto il rinvio a giudizio. Il gup Francesca De Palma ha già fissato l’udienza preliminare per l’11 aprile prossimo. A Marchi la Procura contesta gli stessi reati per i quali ha già trascinato a giudizio i sei condannati in primo grado, tranne l’associazione per delinquere. Segno che secondo gli investigatori il giovane bolognese non era organico alla banda a geometria variabile che commetteva razzie di catenine nelle discoteche di mezz’Italia per fare soldi facili senza lavorare, oziare tutto il giorno, pagarsi gli svaghi e magari anche la cocaina. Ma Riccardo Marchi, secondo le indagini condotte dai carabinieri del Reparto Operativo di Ancona, la notte della strage era alla Lanterna Azzurra e avrebbe avuto un ruolo attivo nell’azione del commando degenerata poi nel tragico fuggi fuggi in cui morirono, soffocate nella calca, sei persone. 
Per questo gli vengono contestati reati pesanti. Omicidio preterintenzionale plurimo per la morte «non voluta ma prevedibile» di cinque ragazzini dai 14 ai 16 anni (Asia Nasoni, Emma Fabini, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti e Mattia Orlandi) e di una giovane mamma di 39, Eleonora Girolimini. Rapine ai danni dei 5 giovani a cui spruzzarono lo spray al peperoncino (aggravante della violenza con armi) per strappare le collanine. Furti commessi durante l’evacuazione. Lesioni personali nei confronti di circa 200 feriti e contusi, sette dei quali in pericolo di vita per asfissia. Tutti reati che avrebbe commesso in concorso con i bad boys della Bassa Modenese: Ugo Di Puorto e Raffaele Mormone (condannati a 12 anni e 4 mesi di reclusione a testa), Andrea Cavallari (11 anni e 6 mesi), Moez Akari (11 anni e 2 mesi), Souhaib Haddada (10 anni e 11 mesi) e Badr Amouiyah (10 anni e 5 mesi).
L’appello
Per loro, tutt’ora reclusi in carcere, giovedì prossimo inizierà il processo d’appello, nel quale la Procura insisterà per chiedere una condanna anche per l’associazione per delinquere, reato escluso nella sentenza di primo grado.

Riccardo Marchi invece si trova a piede libero. Era stato tra i sospettati della prima ora, ma gli indizi a suo carico non erano concordanti e per questo non venne arrestato nella retata del 2 agosto 2019, dove finì in manette anche il ricettatore Andrea Balugani, uscito dal processo con un patteggiamento a poco meno di cinque anni. Poi però il quadro delle accuse si è fatto più definito nei confronti di Marchi, grazie anche ad alcune chiamate di correità, e la procura ne ha chiesto il processo. 

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