Corinaldo, intercettazoni della banda:
«Io sparo se non mi dà la collana»

Corinaldo, intercettazoni della banda: «Io sparo se non mi dà la collana»
3 Minuti di Lettura
Sabato 3 Agosto 2019, 19:58 - Ultimo aggiornamento: 20:03
Tra alcuni dei membri della banda dello spray al peperoncino che erano presenti nella discoteca di Corinaldo la sera in cui il loro blitz provocò il panico che fece sei vittime si impegnarono a una sorta di patto di fratellanza e silenzio dopo quei tragici fatti. Ne fa menzione il gip di Ancona nell'ordinanza, nella quale, riportando una conversazione intercettata, spiega che due degli indagati «fanno riferimento ad una sorta di 'patto', concordato anche con un terzo, che li unisce particolarmente. Dal tono, accorato, della conversazione si può evincere che tale accordo sia stato fatto in seguito alla tragedia di Corinaldo; infatti, gli interlocutori fanno riferimento ad un particolare episodio che li ha 'uniti'». «... omissis... soprattutto per noi due fra soprattutto per noi due...fra noi tre ci... lo sappiamo perché... siamo noi lo sai il perché lo sai perché dico noi tre frà perché da quella sera e come se fossimo solo noi tre frà... quella è stata una cosa che...», «non è che lo abbiamo scelto ci siamo trovati quella notte fra ' ridendo e scherzando abbiamo detto quelle cose ed io le sto rispettando quella cosa cioè e pure lui la sta rispettando», alcune delle frasi intercettate, nel corso di una conversazione che aveva al centro il comportamento del terzo membro che, «a causa di un'errata suddivisione dei proventi illeciti, aveva deciso di non collaborare più con loro nelle azioni predatorie».

«Nonostante il comportamento del loro amico», spiega il gip, i due confermano che avrebbero comunque rispettato il loro accordo: «lo so ma fra ' la rispettiamo da allora non ti preoccupare». «L'esistenza di un segreto inconfessabile - rileva il magistrato - si evince altresì dalla conversazione intercettata a bordo dell'autovettura di (...) laddove questi, attraverso comunicazioni gestuali , confida a (...) qualcosa di particolarmente importante, raccomandandosi affinché non riveli a nessuno quanto appreso».

IL FURTO DELLA COLLANA «Io gli sparo anche fra, se non mi da la collana». È quanto dice uno degli arrestati per la strage di Corinaldo, intercettato dagli investigatori mentre parla con altri due membri della banda.
La conversazione è tra Di Puorto, Mormone e Amoruso e conferma, per il gip, come gli arrestati siano «soggetti privi di ogni scrupolo morale», con una «elevatissima pericolosità sociale». Nella conversazione si parla di rapinare una persona con una collana di valore. «Se vuoi fare la rapina fra - dice Mormone - ti dico dove farla, a Castello c'è un bel negozio di un cinese ha una 22 k». Risponde Amoroso proponendo, dicono i carabinieri, «di utilizzare un'arma da fuoco per colpire alle ginocchia». «Io gli sparo anche fra, se non mi da la collana - dice - nelle ginocchia fra, non fa i morti nelle ginocchia». «Ma tu sei stupido vedi - risponde Mormone - non gli devi né sparare né un c...perché tu arrivi lì con la pistola, lui pensa che tu vuoi la cassa, tu non parli né niente bom! Gliela stacchi, non gli devi dire dammela, gliela stacchi perché lui pensa subito alla cassa non pensa alla collana».
© RIPRODUZIONE RISERVATA