Corinaldo, l'agguato di Mattia al nonno
senza un perché, contestati i futuli motivi

Corinaldo, l'agguato di Mattia al nonno senza un perché, contestati i futuli motivi
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Sabato 21 Novembre 2015, 11:22 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 18:12
CORINALDO - Gravi ma stazionarie le condizioni di salute di Giuseppe Manoni, il 74enne ricoverato nel reparto di Rianimazione di Torrette in prognosi riservata, mentre si aggrava la posizione del nipote Mattia Morganti arrestato per tentato omicidio, dopo aver preso a martellate il nonno. E' questo il reato contestato nel verbale di arresto ma ieri il pubblico ministero Irene Bilotta ha delineato in maniera più dettagliata il quadro accusatorio che prevede tre reati e tre aggravanti, inseriti nei tre capi di imputazione notificati ieri al legale Stefano Mengucci, in vista dell'udienza di convalida fissata per questa mattina. Mattia Morganti dovrà rispondere di tentato omicidio con le aggravanti della premeditazione, futili motivi e il vincolo di parentela. Contestate anche le lesioni e l'aver portato fuori dalla propria abitazione oggetti atti ad offendere. Il 30enne rischia un minimo di 12 anni di carcere ma, se disgraziatamente il nonno dovesse morire, la principale accusa diventerebbe di omicidio. Con le tre aggravanti potrebbe finire all'ergastolo. Freddo e distaccato, Mattia Morganti, non ha dimostrato alcun sollievo nell'apprendere che il nonno in realtà non era morto. Sul movente non ha dato spiegazioni. Alcuni vicini parlavano l’altro ieri di richieste di denaro al nonno per tirare avanti, ma non è emerso nulla sul motivo che possa aver innescato l’agguato all’alba di mercoledì.

Mercoledì mattina lo ha raggiunto nella sua abitazione in via Crocefissetto 11, portandosi dietro un coltello da cucina e un martello che ha scagliato contro il nonno, aggredito sullo scivolo del garage. Un fendente lo ha raggiunto alla spalla mentre più volte ha colpito l'anziano alla testa con il martello, provocandogli la frattura del cranio. Si è poi recato presso la caserma dei carabinieri convinto che il 74enne fosse morto. Dopo essersi costituito ha confessato: "ho ucciso mio nonno". Giuseppe Manoni però non è morto anche se sta lottando per rimanere in vita. Il nipote si trova in carcere dalla tarda mattinata di mercoledì, senza incontrare nessuno, nemmeno il suo avvocato. "Non ha chiesto di vedere qualcuno" spiega l'avvocato Stefano Mengucci che, interpellato sui problemi di natura psichiatrica, aggiunge : "non risulta avesse una malattia, la situazione sta nei termini descritti da sindaco Principi. Aveva solo dei disturbi".

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