I commercianti: «Se Ancona è morta, la responsabilità è di tutti. Pronti a organizzare eventi, ora il Comune ci aiuti»

I commercianti: «Se Ancona è morta, la responsabilità è di tutti. Pronti a organizzare eventi, ora il Comune ci aiuti»
I commercianti: «Se Ancona è morta, la responsabilità è di tutti. Pronti a organizzare eventi, ora il Comune ci aiuti»
di Stefano Rispoli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 7 Settembre 2022, 07:10

ANCONA - Eventi fai-da-te? Per forza. Dove il Comune non arriva, serve l’iniziativa del privato. «Ma l’Amministrazione ci aiuti» è l’appello dei commercianti di corso Mazzini, increduli al cospetto del successo riscosso dalla Notte in Blu in pendant con la Festa del Mare. «Quando ho visto tutta quella gente, stavo per mettermi a piangere», confessa Moira Marcucci, titolare dell’Ankon Bistrò a Palazzo Jona.

Ciò che dovrebbe essere la normalità - il centro di un capoluogo di regione vivo e brulicante di persone - diventa un fenomeno eccezionale: urge una riflessione. 


Le responsabilità


«Tutti dicono: il Comune non fa niente.

Può darsi, ma la colpa è anche di noi commercianti che non chiediamo niente» dice Moira che ha creato un gruppo Facebook con i colleghi di corso Mazzini, culla di una futura associazione che spera di costituire. Si chiama “Mazzini Streetto”, un gioco di parole dietro cui si cela un desiderio di rivincita. «Se Ancona è morta, la responsabilità è di tutti - spiega -. Il Comune dovrebbe proporre iniziative che vanno oltre il food, ma noi stessi potremmo metterci più impegno, ad esempio tenendo aperti i negozi fino alla sera. Detesto vedere questa città che si svuota d’estate. Se è vero che non può essere solo l’Amministrazione a proporre iniziative, allora ci aspettiamo che sostenga le nostre, com’è accaduto per la Notte in Blu: siamo già proiettati al Natale, sarebbe bello vedere allestimenti particolari, menù speciali concordati tra gli operatori e boutique aperte fino alle 22. Vale tutto, purché il centro si riempia».

Il consenso

La proposta trova massimo consenso tra i commercianti. «Al Comune non abbiamo mai chiesto niente e finora abbiamo sempre pagato di tasca nostra - dice Laura Brunelli di Ego Smoke -. Servono più iniziative da concordare insieme, non solo food, ma anche musica di qualità. L’Amministrazione in questo senso ci dia una mano perché non solo gli anconetani, ma anche i turisti hanno voglia di movida». 
Sinergia è la parola d’ordine. «Se già il Comune snellisse le procedure burocratiche, sarebbe tanto - sostiene Daniele Recchioni del ristorante Nino Pesciolino -. Qui per troppo tempo si è guardato al proprio orticello: un cliente in meno a te, uno in più per me. Ma non è così che funziona. Bisogna associarsi insieme, l’unione fa la forza. Basta vedere quanta gente c’era domenica. E non servono necessariamente grandi eventi: l’importante è dare continuità alle iniziative». 


I vincoli 


Gli operatori sono consapevoli che non può essere solo il Comune a fare movida. «Ma almeno ci liberi da certi vincoli e renda più semplice l’iter per organizzare le nostre iniziative - interviene Massimo Pignocchi dell’Erboteca -. Proprio per questo siamo intenzionati a creare un comitato o un’associazione che riunisca i commercianti di corso Mazzini: la festa nella festa che abbiamo organizzato domenica ha richiamato tantissima gente, al punto che non si riusciva a camminare. Ecco, vorremmo vedere un centro sempre vivo. È così difficile?» 

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