Clochard che pedala in topless, crolli
e raid delle baby gang: l’Extasy è un incubo

Clochard che pedala in topless, crolli e raid delle baby gang: l’Extasy è un incubo
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Domenica 29 Settembre 2019, 04:55
ANCONA - C’è chi là dentro ci dorme, chi ruba quel che è rimasto, chi spacca tutto per divertimento. C’è pure chi entra per fare un po’ di ginnastica, come la coppia di sbandati sorpresa da qualche passante curioso, giorni fa, a pedalare sulle cyclette, lei in topless. Succede questo e molto altro all’interno dell’ex Extasy, il mega complesso di via Scataglini alla Baraccola, dove fino al 2012 convivevano in circa 15mila mq il centro benessere e altre attività, dando lavoro a centinaia di persone. 

 

Da 7 anni, a seguito di una infinita battaglia legale tra la proprietà e il Comune, la struttura si è trasformata in un regno del degrado, a costante rischio crollo, assediata da vandali, ladri e senzatetto. Le immagini che arrivano dall’ex isola del benessere mettono paura. E’ tutto fatiscente. Il tetto è venuto giù in larga parte sotto il peso della nevicata record del 2012, girano piccioni, animali, losche figure a caccia di riparo o di materiale da rubare nei meandri di una struttura infestata da zanzare - anche a causa dell’acqua putrida rimasta nelle piscine scrostate - e sommersa da muschio, escrementi e muffa. Entrare è facilissimo: alcune porte sul retro sono sfondate, altre aperte. Un rischio enorme, soprattutto per le bande di ragazzini che, sottovalutando il pericolo, hanno fatto incursione a più riprese per trovare un luogo appartato in cui passare serate alternative a bere, fumare, drogarsi e dare sfogo alla loro rabbia.

Le baby gang sono tornate di recente a sfasciare le poche cose che erano rimaste intatte, come alcuni solarium e le docce del centro benessere che fu. Il pavimento è invaso da vetri taglienti, mentre nell’area dei giochi per i bambini, con tanto di scivoli e piscine, compaiono scritte inquietanti su porte e muri sfondati a colpi di piccone: svastiche, simboli esoterici e segni satanici, quanto basta per pensare che qua dentro si sia svolto qualche rito di magia nera. Della pizzeria e del ristorante cinese rimangono solo le suppellettili distrutte, i menù ingialliti e pile di stoviglie rotte. Su un bancone, in corrispondenza del vecchio ingresso della Spa, c’è un mucchio di tessere di ex iscritti. Registri contabili, faldoni di documenti, raccolte di giornali compongono un lurido tappeto marcio, insieme a cocci di vetro, lamiere, pezzi di legno e quanto rimane della struttura fatiscente. 


Negli spazi della palestra ci sono decine di attrezzi ginnici: alcuni in discreto stato, altri spostati verso l’uscita d’emergenza da predoni che vengono qua per smontarli e sottrarre componenti da rivendere, come testimonia la presenza di strumenti da scasso. I ladri di rame hanno fatto man bassa di cavi e quadri elettrici. L’ultimo baluardo era l’ufficio postale, ma anche quello se n’è andato dopo il colpo da 100mila euro di marzo della banda entrata perfino nel caveau.

«Di buono c’è solo la struttura in cemento, tutto il resto è stato vandalizzato o saccheggiato» commenta Roberto Busco, proprietario dello stabile e protagonista di una battaglia legale contro il Comune che dal 2012 ha emesso una serie di ordinanze di chiusura dell’intero capannone alla Baraccola, poi annullate dai ricorsi al Tar. «Ci sono sentenze definitive, penali e civili, che mi danno ragione - spiega l’imprenditore - La prossima udienza al Tar sarà l’8 aprile: sto ancora aspettando che cominci la causa di un risarcimento da 11 milioni chiesti al Comune per i danni subiti. Qualcuno spera che fallisca, ma la Dedoma Srl è ancora in vita perché non ho debiti con fornitori e banche, solo con il fisco: la beffa è che continuano a chiedermi l’Imu per 700mila euro, senza tralasciare il conto con l’Agenzia delle Entrate. Il mio sogno è trovare un accordo con il Comune per ristrutturare tutto e far ripartire le attività, ci sono gruppi importanti pronti ad affiancarmi: basterebbe solo un po’ di buona volontà». 
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