LORETO - Hanno scelto una data simbolo della religiosità per lanciare il loro grido di dolore. Sono gli imprenditori di cinque città santuario italiane che, di fronte alle limitazioni imposte dalla pandemia, venerdì prossimo, alle 20, scenderanno in piazza per rappresentare il loro dramma e la loro enorme preoccupazione per il futuro.
Loreto, insieme ad Assisi, è stata capofila di questa protesta. Già la settimana scorsa, infatti, gli imprenditori legati al turismo religioso si sono radunati davanti alla basilica della Santa Casa per dare visibilità alla loro protesta. Ora, il campo si allarga: a Loreto e Assisi, infatti, si aggiungono anche Cascia, Pompei e San Giovanni Rotondo. «L'appuntamento è alle 20 quando gli imprenditori si uniranno nella stessa protesta. La protesta - la definisce Confcommercio Assisi - di chi non si arrende a morire nell’indifferenza generale».
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I ristori post Covid previsti per queste realtà sono infatti del tutto insufficienti. Lo ha spiegato il sindaco di Loreto, Moreno Pieroni, alla vigilia della protesta di venerdì scorso quando si è appreso che il Governo aveva cancellato il bonus a sostegno delle città santuario previsto, in un primo momento, nella legge di bilancio. Dal testo finale del decreto è infatti scomparso l’emendamento che riguardava espressamente la misura prevista per i Comuni in cui risiedono santuari, annoverati tra i beneficiari del plafond di 10 milioni di euro stanziato a favore degli esercenti dei centri storici.
Ora invece si torna al punto di partenza: il decreto sostegni infatti non parla di un bonus specifico per i Comuni sede di luoghi di culto (763 in tutta Italia), prevedendo sì le città santuario, ma ricomprendendole nelle più generica misura riservata indistintamente ai centri che vantano più di 10 mila abitanti.
Il bonus attuale invece non ha alcun nesso causale diretto con il drastico calo del turismo devozionale, che sta mettendo in ginocchio da più di un anno queste realtà, e soprattutto penalizzando la maggior parte di questi Comuni che in genere sono centri anche molto piccoli e perciò in gran parte esclusi in partenza dallo sbarramento del requisito demografico.
«Il turismo devozionale segue altre logiche ed insiste spesso su Comuni che contano poche migliaia di anime come abitanti e dove le stesse attività commerciali hanno dimensioni minuscole – aveva detto il sindaco di Loreto Moreno Pieroni -. Un ampliamento della platea così indiscriminato, senza una forma di bonus beneficio esclusivo delle città santuario, e il tetto dei 10mila abitanti finiranno per lasciarci indietro nei requisiti di accesso ai ristori e apriranno solo il campo ad una guerra tra poveri, senza benefici reali. Soprattutto in considerazione del fatto che il turismo religioso di massa sarà quello che ripartirà più tardi in assoluto alla fine della pandemia. Chiediamo al presidente Draghi che tutto ciò venga preso in considerazione».
«La filiera legata al turismo è allo stremo - conclude Confcommercio Assisi -. Da Assisi, Cascia, Loreto, Pompei e San Giovanni Rotondo, le piccole imprese chiedono per se stesse e per tutti i colleghi d’Italia un’attenzione particolare. Occorre un intervento speciale, immediato e strutturale. Queste preziose, piccole città non si arrendono a diventare buie scatole vuote».
Gli appuntamenti di venerdì alle 20 sono ad Assisi in piazza del Vescovado, davanti al santuario della Spoliazione; a Cascia a Roccaporena; a Loreto in piazza Giovanni XXIII, aPompei in piazza Bartolo Longo, antistante il Santuario; infine a San Giovanni Rotondo nel piazzale antistante la Chiesa Conventuale Santuario Santa Maria delle Grazie. Annunciata la presenza di autorità religiose, civili e militari.