Riapre l’ultima delle sale storiche del capoluogo. Malerba: «Così rinasce il cinema Italia, anima pop e qualità artistica»

Francesco Nocciolino e Chiara Malerba
Francesco Nocciolino e Chiara Malerba
di Giovanni Guidi Buffarini
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 09:05

ANCONA - Domani sera, dopo un anno esatto di chiusura, un anno di schermo buio fuorché nei mesi estivi, riapre il Cinema Italia di Ancona, l’ultima delle sale storiche del capoluogo. Riapre con la nuova gestione di Chiara Malerba e Francesco Nocciolino, gli artefici del successo del Nuovo Cinema Azzurro. 

 
Malerba, voi riaprite mentre altri chiudono.
«Così è. C’è chi ci definisce coraggiosi e chi pazzi. Io penso si tratti di un rischio calcolato. Il periodo è difficile, però proprio nei momenti difficili bisogna rimboccarsi le maniche e reagire. Se ti limiti ad aspettare che torni il sereno, non tornerà. Io sono ottimista, credo che vinceremo la scommessa. Ancona è una città più vitale e affamata di cultura di quel che alcuni pensano».


L’Azzurro non era abbastanza?
«Con un solo schermo e una sala, non tanto capiente, stavamo stretti. Alcuni distributori ci negavano i film. Volevamo allargare la prospettiva. L’Italia ha uno schermo più grande e ben 629 posti, in realtà qualcuno di meno dato che nelle prime due file della balconata la visuale è ostacolata dalla balaustra. Speriamo che i distributori ci supportino. Ora vogliono uscire all’Azzurro, mentre non si mostrano entusiasti di proiettare i loro film all’Italia. Dicono che non vogliono fare da apripista. Boh. Come se stessimo riaprendo un cinema chiuso da un secolo e non la sala più bella della città, sempre attiva fino al Covid».


Come intendete giocare la carta del doppio schermo?
«L’Azzurro rimarrà un cinema d’essai, che, come abbiamo dimostrato, non significa per forza proiettare film respingenti per la maggior parte del pubblico. Anzi, a questo proposito anticipo che proprio all’Azzurro da giovedì metteremo in cartellone il nuovo Almodovar, poi toccherà a Wes Anderson. L’Italia avrà una identità più pop, senza rinunciare a un’alta qualità artistica delle proposte.

Su uno schermo così grande i film più spettacolari rendono al meglio. Abbiamo intenzione di proporre film adatti a tutta la famiglia, punteremo anche sul cinema d’animazione».


Non temete la concorrenza delle piattaforme?
«Le piattaforme ci sono, bisogna farci i conti. Sono un problema? Sì. Quando un film esce, in contemporanea o quasi, nelle sale e online, una parte del pubblico sceglie di vederselo a casa. Ritengo tuttavia che non siano poche le persone non disposte a rinunciare alla visione collettiva, al grande schermo. Il cinema a casa e il cinema in sala sono esperienze non paragonabili».


Storicamente, l’Italia è la sede dell’Arena Tropicittà e delle iniziative del Cgs Dorico.
«Tropicittà resta e intendiamo collaborare con il Cgs Dorico, una risorsa per la cultura cittadina, un valore aggiunto per noi. Vogliamo inoltre inserirci pienamente nella realtà del quartiere del Piano. Diventare funzionali a quelli che ci stanno intorno. La proiezione di domani (alle 20,30) sarà preceduta (alle 20) da un rinfresco con cibarie e bevande delle attività del quartiere».


Per l’inaugurazione avete scelto Effetto Notte di Truffaut.
«Non è perfetto per l’occasione? Un film che parla del cinema, traboccante d’amore per il cinema».


Nuova gestione, locali rinnovati?.
«Anche perché in alcuni punti l’intonaco cadeva a pezzi. Abbiamo fatto una pulizia approfondita, ridipinto le pareti a colori chiari per rendere l’ambiente più luminoso, adeguato tutto agli standard di sicurezza. Abbiamo sistemato il proiettore, aggiornato il server. Una faticaccia. La parte più esasperante sono stati gli adempimenti burocratici, una costante in Italia, una corsa a ostacoli. Lasciamo perdere, guardiamo avanti, a questa nuova avventura».

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