Falconara, chiude il circolo Quercetti
i 200 soci ora sono senza una sede

Falconara, chiude il circolo Quercetti i 200 soci ora sono senza una sede
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Venerdì 15 Marzo 2019, 06:10
FALCONARA - Chiude un altro pezzo della città: il circolo ricreativo e culturale Rinaldo Quercetti in via Cuneo 2 a Castelferretti. Un punto di ritrovo per circa 200 soci. Nato negli anni Ottanta era divenuto nel tempo un punto di riferimento per molti cittadini Castelfrettesi. Le prime avvisaglie erano apparse circa un anno fa quando venne chiusa la bocciofila, un impianto che ha sempre funzionato al meglio.

 

Ora la gestione economica avrebbe riscontrato delle difficoltà nel proseguire l’attività e di conseguenza il gestore Luca Nicolini ha alzato le mani e la chiusura è divenuta inevitabile. In realtà al circolo venivano praticate molteplici attività dal gioco del bigliardo, alle carte, talvolta i locali venivano affittati per la scuola di ballo, per corsi di ginnastica. A volte vi si tenevano incontri, dibattiti. Domani (chiesta dal presidente Mario Gambella) è in programma un’assemblea per discutere la programmazione delle attivitività. Ma stando alle indiscrezioni ci sarebbero poche probabilità che l’attività possa riprendere. La certezza della chiusura arriva da un secondo avviso apparso qualche giorno dopo a firma dello stesso Luca Nicolini, gestore della struttura, che convoca una seconda assemblea per sabato 23 marzo ore 15 con in discussione all’ordine del giorno lo scioglimento del circolo.

Un altro punto di aggregazione che chiude, come già in passato era accaduto per il Dopolavoro ferroviario, il circolo Arci di Fiumesino che resta aperto soltanto in occasione del ballo della domenica pomeriggio. Anche il “Circolo Cacciatori” di Villanova pur rimanendo aperto ha ridimensionato le proprie attività. Un peccato per l’intera città perché questi luoghi di ritrovo, d’incontro, di aggregazione svolgono una funzione importante specie per le persone anziane, ma non solo. Che ora non sanno più dove e come trascorrere il tempo libero, come occupare quei ritagli di tempo al di fuori del lavoro e della famiglia.

Il Comune aveva detto qualche tempo fa di seguire la situazione del Dopolavoro ferroviario di via Marsala ma al momento non si hanno ulteriori informazioni. A questo punto, date le dimensioni del fenomeno, appare chiaro che strutture di questo genere basate più sul sociale che non sull’aspetto economico hanno bisogno di un adeguato sostegno dell’ente pubblico. Anche se le eccezioni non mancano come il Centro sociale Leopardi (otre 450 soci) di via dello Stadio e il Centro sociale “Il Ritrovo” di via della Repubblica (oltre 600 soci) marciano a gonfie vele grazie anche ad un intenso lavoro di volontariato di molti soci.
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