Telecamere e celle telefoniche
per poter incastrare l’assassino

Telecamere e celle telefoniche per poter incastrare l’assassino
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Sabato 21 Luglio 2018, 06:05

CHIARAVALLE A -  meno di una confessione da parte dell’assassino, o un clamoroso autogol commesso nelle prossime ore, per risalire all’identità di chi ha pugnalato e squarciato la gola di Emma Grilli bisognerà fare leva sugli accertamenti tecnici. E dunque, passare in rassegna i tabulati telefonici dei dispositivi in uso alla vittima e al marito 90enne Alfio Vichi, visionare le telecamere del quartiere di via Verdi e attendere notizie dagli esami che verranno svolti nei laboratori del Ris di Roma.

È negli approfondimenti disposti dal pm Paolo Gubinelli che si trova la chiave per risolvere il giallo che da quattro giorni ha fatto sprofondare nello choc e nel dolore la comunità di Chiaravalle, già provata dall’omicidio avvenuto nel dicembre 2014 in via Circonvallazione. Anche in quel caso, le indagini – che avevano portato all’arresto di Nica Cornel Nicolae, assolto in primo grado e condannato in secondo per la morte del pensionato Giancarlo Sartini - avevano fatto affidamento su intercettazioni, riscontri ematici, impronte plantari e analisi tecniche. In quel caso, però, è sempre mancata all’appello l’arma del delitto. Il delitto di via Verdi, invece, sembra partire da una marcia in più: in cucina, adagiato su un piccolo mobile, è stato trovato il coltello con cui sarebbe stata uccisa l’85enne tra le 9.45 e le 10.45 del 17 luglio. Sulla lama sono state trovate tracce di sangue, probabilmente tutte appartenenti alla vittima, ma il Reparto Scientifico è a caccia di possibili impronte digitali lasciate dal killer. Sempre che l’assassino non abbia indossato i guanti durante la mattanza.

L’ipotesi ancora prevalente è che la donna abbia fatto entrare in casa il killer. Una persona che conosceva o, comunque, di cui si fidava. Emma sarebbe stata sorpresa di spalle, in una zona poco distante dal luogo dove poi è stata rinvenuta priva di vita. Con l’assassino c’è stata una colluttazione in cui l’anziana ha cercato di difendersi. Invano. Dopo una serie di pugnalate non profonde, è stato un taglio netto alla gola e condurla verso la morte. Quando è uscito, il killer ha chiuso la porta e se ne è andato dopo aver rovistato in cassetti e portagioie, rincorrendo un presunto bottino fatto dei soldi accumulati per sistemare una piccola cappella di famiglia. Parenti e vicini di casa della vittima sono già stati sentiti dai carabinieri. Ancora, nessun indagato sul fascicolo aperto per omicidio. 

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