Omicidio Grilli, Marinangeli si difende: «Non ho ucciso Emma, sono solo andato al Compro Oro»

Chiaravalle, omicidio Grilli, Marinangeli si difende: «Non ho ucciso Emma, sono solo andato al Compro Oro»
Chiaravalle, omicidio Grilli, Marinangeli si difende: «Non ho ucciso Emma, sono solo andato al Compro Oro»
di Federica Serfilippi
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Sabato 16 Novembre 2019, 07:35

CHIARAVALLE - «Il giorno prima del fatto di cui mi si accusa, sono andato a Falconara e per caso ho incontrato un ragazzo che tutti chiamano Tony. Non conoscevo il vero nome. Mi ha chiesto se fossi disponibile per andare a vendere dei monili. Ho accettato, così la mattina del 17 luglio ci siamo rincontrati e li ho portati a un Compro Oro, dove ho ricevuto 400 euro. Li ho subito dati a Tony, ricevendone 50. Non era la prima volta che mi prestavo a certi scambi con lui». 

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Aver venduto quei gioielli, tra cui una collanina macchiata di sangue («c’era una patina rossastra») sarebbe stato l’unico collegamento tra Maurizio Marinangeli e l’omicidio di Emma Grilli, sua vicina di casa accoltellata e rapinata il 17 luglio 2018. L’estraneità al delitto di via Verdi è stata ribadita più volte dall’imputato, interrogato ieri per ore dalla difesa e dal pm Paolo Gubinelli nell’ambito del processo che lo vede sotto accusa per omicidio volontario premeditato, rapina aggravata e ricettazione. Davanti alla Corte d’Assise, il 58enne chiaravallese, ha parlato dei momenti precedenti e successivi al delitto, ricostruendo i suoi movimenti.
 
A partire dall’uscita dal suo appartamento per buttare due volte la spazzatura (nel lasso di tempo in cui la procura colloca il delitto, tra le 9,44 e le 11) e l’incontro con Tony, identificato poi come l’albanese Agron Xhezairi, ora recluso a Montacuto per altri fatti. Lo straniero, ascoltato dalla giuria popolare in una delle scorse udienze, ha però smentito la conoscenza con Marinangeli. «Dopo esserci messi d’accordo il giorno prima – ha detto il cuoco 58enne - ci siamo incontrati il 17 luglio a Villanova e mi ha consegnato i gioielli in un fazzoletto di carta. Mi sono recato al Compro Oro di Falconara che mi aveva indicato, ho firmato la ricevuta e me ne sono andato. Tony mi aspettava in strada». 
Dopo lo scambio, l’imputato, che avrebbe trattenuto 50 euro, sarebbe tornato a Chiaravalle per prendere suo figlio e andare a pranzo ad Ancona. Prima di partire per il capoluogo, dice di essersi recato da un suo amico per restituirgli un prestito di 60 euro. Nel primo pomeriggio, un secondo ritorno a Chiaravalle. Questa volta per caricare in auto tre amici di suo figlio e portarli al mare, a Rocca Priora. In udienza, Marinangeli ha parlato anche della sua ludopatia, iniziata nel 1998 e portata avanti con il Lotto e il Superenalotto. Racconta di una puntata in cui, da giovane, avrebbe perso 36 milioni di lire. Nel 2002, la scoperta della malattia da parte dei suoi familiari e l’inizio del controllo del patrimonio esercitato dal fratello, con cui il 58enne è titolare di un pub. 
Le botte in carcere
Nel 2016, invece, l’ingresso in una comunità di recupero per cercare di arginare la malattia del gioco. L’uscita dalla struttura avviene tre mesi prima dell’omicidio. «In parte la ludopatia è stata curata» ha detto l’imputato, parlando di un vizio scemato rispetto ad anni addietro.

Sulla sua permanenza a Montacuto: «Sono stato picchiato tre volte. La prima appena entrato in carcere a causa del reato di cui mi si accusa. Non ho mai denunciato, non vorrei si aggravasse la mia situazione, sto già vivendo un inferno». 

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