Molestie in Comune, patteggia il sindaco stalker di Chiaravalle: un anno di reclusione ma pena sospesa

Molestie in Comune, patteggia il sindaco stalker di Chiaravalle: un anno di reclusione ma pena sospesa
Molestie in Comune, patteggia il sindaco stalker di Chiaravalle: un anno di reclusione ma pena sospesa
di Federica Serfilippi
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Venerdì 6 Maggio 2022, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 15:40

ANCONA  - Un anno di reclusione, pena sospesa. È la sentenza patteggiata ieri mattina davanti al gup Alberto Pallucchini dal sindaco di Chiaravalle, Damiano Costantini, accusato di stalking ai danni di una sua dipendente comunale con la quale aveva stretto una relazione. Con la sospensione condizionale, è caduta anche la misura cautelare pendente sul primo cittadino dallo scorso novembre e che gli impediva di avvicinarsi e di avere qualsiasi contatto con la vittima, che nel frattempo si è trasferita al Comune di Fabriano.


Ieri né imputato, né la dirgente comunale molestata erano in aula.

Presenti i loro avvocati: Roberto Marini per Costantini e Roberta Montenovo per la donna, costituitasi parte civile. La strada del rito alternativo è stata una precisa scelta del sindaco per ridurre l’esposizione che, in caso di rinvio a giudizio, si sarebbe creata col dibattimento. Un segno di protezione, soprattutto, verso i suoi familiari. Costantini ha sempre comunque respinto ogni contestazione mossa dal pm Andrea Laurino dopo la denuncia sporta alla Squadra Mobile dalla vittima. Alcuni episodi (a partire da maggio 2021) sarebbero avvenuti all’interno del municipio.


Stando a quanto raccontato agli inquirenti dalla persona offesa, gli atti persecutori sarebbero iniziati dopo la fine della relazione sentimentale con il primo cittadino: ci sarebbero stati messaggi continui, chiamate, pedinamenti, insulti e minacce di farle avere ripercussioni nell’ambito lavorativo. «Te la farò pagare», «Mi devi portare rispetto, come ti ho fatto andare alle stelle ti porterò alle stalle», «Io ti do tutto, io ti levo tutto» le frasi riportate nell’imputazione e attribuite a Costantini. In un’occasione, come ha raccontato la donna, Costantini sarebbe entrato in ufficio, urlandole in faccia e sputandole addosso. Una circostanza raccontata dalla dirigente a cui però non avrebbe assistito alcun collega. In un’altra, l’aggressione verbale sarebbe stata così forte da far svenire la dipendente comunale, poi portata al pronto soccorso.


Nel capo d’imputazione viene riportato anche un pedinamento in auto, mentre la vittima si trovava con le figlie: dopo avere affiancato la donna, l’avrebbe costretta a fermarsi. Stanca della situazione, a un certo punto la dirigente aveva anche espresso l’intenzione di partecipare a due procedure di mobilità per trasferirsi in altre città. Le domande, però, non sarebbero state inviate a per la mancanza del nulla osta da parte dell’ente diretto da Costantini. Su di lei sarebbero stati anche avviati due procedimenti disciplinari. 
 

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