Giancarlo Sartini massacrato a sprangate a Chiaravalle, annullata la condanna al vicino: serve un altro processo

Massacrato a sprangate, annullata la condanna al vicino: serve un altro processo
Massacrato a sprangate, annullata la condanna al vicino: serve un altro processo
di Federica Serfilippi
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Martedì 6 Giugno 2023, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:35

CHIARAVALLE Un processo d’appello ter. È quello che dovrà affrontare Nica Cornel Nicolae, il 30enne romeno accusato dell’ omicidio di Giancarlo Sartini, 53enne ex ferroviere preso a sprangate mentre dormiva nel suo letto, la notte compresa tra il 26 e il 27 dicembre del 2014, a Chiaravalle. Da casa, in via Circonvallazione, erano stati portati via alcuni monili in oro. 


Il rinvio


Dopo la condanna a 16 anni per omicidio rifilata a marzo 2022 dalla Corte d’Appello di Perugia, la Cassazione ha annullato la decisione, rinviando il procedimento al tribunale di secondo grado di Firenze.

Ci dovrà essere un altro processo per giudicare il 30enne romeno, difeso dagli avvocati Marina Magistrelli e Simeone Sardella. Si tratta dell’ennesimo colpo di scena di un’inchiesta entrata nel vivo dai carabinieri la mattina del 9 gennaio del 2015, quando il romeno - vicino di casa della vittima - era stato arrestato dai carabinieri e portato a Montacuto. 


Le tappe


In primo grado, nel maggio 2016, Nica era stato assolto in abbreviato per non aver commesso il fatto. Il ribaltone c’era stato in appello, con la condanna a 16 anni di carcere. La sentenza, nel 2020, è stata annullata dalla Cassazione che ha inviato gli atti a Perugia: la Corte d’Appello l’anno scorso ha così condannato, sempre a 16 anni, il romeno, da tempo ormai libero e privo di misure cautelari. Il verdetto è stato poi impugnato dalla difesa e la partita si è spostata di nuovo in Cassazione. Ulteriore ribaltone: si va di nuovo in Corte d’Appello, ma a Firenze. 

Il movente


Il movente: secondo la tesi della procura il pensionato sarebbe stato rapinato perché Nica aveva bisogno di soldi per pagare una prostituita con cui aveva passato un paio d’ore nel suo appartamento di via Circonvallazione. Proprio la squillo, però, avrebbe rappresentato secondo la difesa un alibi di ferro per Nica, riuscendo a coprire parte dell’arco di tempo in cui è stato ucciso il pensionato (tra le 21.30 del 26 dicembre e l’1.30 del 27 con picco di probabilità tra le 23.02 e 23.44).

Inoltre, a casa di Sartini i carabinieri avevano trovato un’orma sporca di sangue, per la procura non riconducibile alle scarpe portate all’epoca dal 30enne romeno. Per la difesa, le condanne si sono sempre basate su vuoti probatori e su un’ipotesi, non sufficientemente supportare dai riscontri investigativi. I familiari di Sartini erano parte civile con gli avvocati Matteo Catalani e Simona Cognini. 

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