Centro migranti a Serra De' Conti, striscioni di protesta: «Noi non lo vogliamo»

Prevista una struttura per ospitare 50 profughi

Centro migranti a Serra De' Conti, striscioni di protesta: «Noi questo centro non lo vogliamo»
Centro migranti a Serra De' Conti, striscioni di protesta: «Noi questo centro non lo vogliamo»
di Sabrina Marinelli
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 15:21

SERRA DE’ CONTI Vertice in Prefettura stamattina sul caso di Serra de’ Conti, dove la cittadinanza ha contestato l’apertura di un centro di accoglienza straordinario per migranti. Una delegazione del Comitato 13 marzo, che ha raccolto già 561 firme, incontrerà il prefetto per chiedere di sospendere l’autorizzazione alla nuova proprietà dell’ex Hotel De’ Conti. Il primo cittadino, attento alle esigenze della popolazione che conta poco più di 3600 abitanti, ha compreso il malcontento. 

 


La contrarietà


La contrarietà iniziale del sindaco, espressione di una lista civica di centrosinistra, era dettata da una non facile gestione della situazione. «In tempi opportuni abbiamo fatto le nostre considerazioni, condividendo la preoccupazione, – spiega Letizia Perticaroli, sindaco di Serra de’ Conti – ma il sindaco non si mette contro la Prefettura, si adegua e chiede di essere aiutato nella gestione di questa difficile situazione e sono certa che avremo il supporto necessario. L’ex Hotel De’ Conti – ricorda - si trova in una zona residenziale, adiacente ad un bar molto frequentato. Cinquanta posti sono tanti: ci spaventa, è normale. Ma siamo stati rassicurati sulla serietà dei controlli». Non condivide, però, i modi che hanno portato alla ribalta nazionale la comunità che amministra. «Io sono dell’idea che dobbiamo metterci insieme per affrontare e risolvere i problemi – aggiunge – non metterci contro, questo modo non mi appartiene, non mi piace. Sta diventando veramente strumentale la situazione. Tutti insieme dobbiamo fare in modo che questa, che sembra una disgrazia, divenga un’occasione per rileggere la storia che sta cambiando». Oggi il sindaco sarà impegnato con un incontro all’Anci ma in Prefettura sarà presente il suo vice.

Come già aveva fatto sapere all’indomani dell’assemblea pubblica, tramite un comunicato, «le preoccupazioni dei cittadini sono condivise dall’amministrazione comunale che si dichiara disponibile a lavorare insieme per ovviare alla scelta fatta dalle autorità competenti in materia e per limitare i possibili disagi ai cittadini e agli immigrati che saranno ospitati nella struttura». 


La protesta


Nel centro sono comparsi anche degli striscioni. “Serra accoglie per solidarietà non per interesse” e “No all’accoglienza industriale”. Il Comitato non è contro i migranti ma chiede di adottare un modello di accoglienza diffusa, coinvolgendo anche altri comuni. «Noi siamo per l’accoglienza e contro chi fa business sui migranti – spiega Giovanna Fracascia, portavoce del Comitato –: nel 2017 quando ero assessore al sociale abbiamo aderito come Comune al progetto Sprar accogliendo 12 rifugiati e anche adesso ce ne sono 9. Questi sono i numeri che la nostra comunità può accogliere. La nostra contrarietà va verso una struttura dove verranno ammassate per ora 50 persone. La proprietà aveva aderito ad un bando per ospitarne 100, utilizzando anche il salone dei banchetti. Non l’ha vinto ma credo non avrà problemi ad adeguare la struttura per poterli ospitare in futuro. Noi proponiamo il modello diffuso di accoglienza che in Toscana c’è da 10 anni: non creare dei centri ghetto, ma distribuire i migranti su più comuni perché altrimenti, così, rischia di essere una bomba sociale».

 
La preoccupazione


Ci sono genitori che hanno paura di lasciare i figli liberi di giocare fuori casa e gli esercenti di perdere clienti. «Non siamo razzisti – prosegue la portavoce del Comitato - perché l’11,7% dei residenti è composto da stranieri bene integrati che lavorano nelle nostre aziende e vivono in case messe a disposizione da noi, ma abbiamo un precedente. Nel 2019 la Prefettura ha fatto chiudere un centro di accoglienza dove ha trovato il doppio degli immigrati e molte irregolarità, gestito dalla stessa persona che intende aprire quello per cui stiamo lottando adesso».
 

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