Il pensionato picchiato dai ladri: «Erano in due, ho vissuto un incubo e ho pensato di morire»

Il pensionato picchiato dai ladri: «Erano in due, ho vissuto un incubo e ho pensato di morire»
Il pensionato picchiato dai ladri: «Erano in due, ho vissuto un incubo e ho pensato di morire»
di Giacomo Quattrini
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Mercoledì 23 Giugno 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 16:23

CASTELFIDARDO  - «Ho pensato di morire, non mi ricordo neanche come mi sono rialzato, è successo tutto in 10 minuti, sono sembrati eterni». E’ ancora sotto choc Giovanni Guidobaldi, il pensionato 66enne di Castelfidardo aggredito lunedì dai ladri che ha sorpreso tornando a casa, in via Jesina, zona Cerretano. Come quasi tutte le mattine era uscito con la moglie Doriana e il cane Zac per una passeggiata lungo il Musone a Campocavallo. «Solo che lunedì Zac zoppicava un po’ e – dice Doriana - siamo rientrati prima». 


Ed evidentemente i due ladri, che avevano tenuto sotto controllo gli spostamenti dei coniugi Guidobaldi, non se l’aspettavano. «Quando siamo arrivati, verso le 11,20, il cancello non si apriva, ma non era la prima volta, abbiamo lasciato l’auto nel vialetto e siamo entrati dal passo pedonale per aprirlo da dentro» ha raccontato Giovanni. Che a quel punto, passando dal retro, si è reso conto della finestra laterale forzata al piano terra. «Non ho fatto neanche in tempo a guardarmi intorno che –spiega il 66enne- un uomo a volto coperto mi è saltato addosso, mi ha dato un cazzotto in faccia e sono crollato a terra, ho pensato: sto per morire». Erano in due, molto agili «perché –racconta Doriana- li ho visti entrare saltando la finestra, erano giovani e dall’accento sembravano del posto, forse solo perché ci abitano da tempo o forse dall’agitazione non abbiamo capito bene».

I ladri erano stati già nell’appartamento al primo piano mettendo a soqquadro le camere, rubando orologi e gioielli per un valore di un migliaio di euro, mentre in cucina e in salotto non sono neanche passati, tanto da lasciare sul tavolo il pc portatile. Poi con un frullino hanno cercato di aprire la piccola cassaforte al piano terra, ma senza averne il tempo per il rientro dei proprietari col cane.

I ladri li hanno sentiti e attesi all’esterno, con l’obiettivo di costringere Giovanni ad aprire la cassaforte una volta aperto il portone. E così è stato. Lo hanno steso a terra spaccandogli un labbro con un pugno, procurandogli escoriazioni a gomito e ginocchio destro, e costringendolo nel pomeriggio a recarsi al pronto soccorso di Osimo, dove gli sono state riscontrate anche tre costole incrinate. L’uomo ripercorre ancora quei minuti di terrore: «Mi spintonavano ma non erano armati, volevano che aprissi la cassaforte, solo che l’avevano rovinata troppo e non ci sono riusciti».

Uno dei due ladri ha invece dato un violento calcio a Zac spingendolo fuori: il cane di 10 anni preso in canile dai Guidobaldi ha abbaiato, ma nella casa accanto non c’era nessuno. Doriana è stata bloccata dallo stesso ladro, e rivela: «Gli ho urlato disperata: che cosa stai facendo, sei giovane, ti rovini la vita. E lui con gli occhi mi seguiva, sembrava rifletterci». Poi all’improvviso, non riuscendo a rubare altro, sono fuggiti intimando ai coniugi di restare in casa: «In quel momento ho temuto il peggio, che per liberarsi di noi e frustrati dal furto fallito, ci avrebbero fatto del male, invece non hanno infierito» dice la donna. 


I malviventi per scappare hanno preso l’auto, una vecchia Fiat Punto, rimasta nel vialetto con le chiavi nel cruscotto e sono andati da Cerretano verso Osimo. L’hanno poi bruciata e abbandonata in una casa diroccata in via San Sabino. I carabinieri, intervenuti subito, indagano con l’ausilio delle spycam al confine tra Osimo e Castelfidardo. A quanto pare i ladri avevano colpito in due case nella zona tra Monumento e ospedale, sempre lunedì mattina, quando a Castelfidardo c’è il mercato e le abitazioni rimangono più facilmente vuote.

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