Castelfidardo, nipoti infedeli a giudizio
accusate di un inganno per l'eredità

Castelfidardo, nipoti infedeli a giudizio accusate di un inganno per l'eredità
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Giovedì 16 Luglio 2015, 22:13 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 18:43
CASTELFIDARDO - Approfittando delle precarie condizioni psicofisiche di una donna di 93 anni, le due nipoti l'avrebbero indotta a redigere un testamento olografo, pubblicato davanti a un notaio di Castelfidardo, diventando eredi di un villino a Numana e 300 mila euro. Questi almeno sono gli addebiti, che dovranno essere dimostrati nel processo, contestati a due donne di Camerano - 57 e 53 anni - rinviate ieri a giudizio dal gup Francesca Zagoreo per le accuse di circonvenzione d'incapace e falso in scrittura privata. Il giudizio inizierà il prossimo 2 marzo ad Ancona. La difesa, rappresentata dall'avv. Luca Zoppi, ha sostenuto che non vi fossero elementi per arrivare ad un processo, che l'anziana non era incapace di intendere e di volere e che, nonostante alcuni problemi di senilità, fosse pienamente lucida e in possesso delle sue facoltà mentali. Altra tesi propongono le parti offese, marito e moglie vicini di casa dell'anziana a Numana, parti civili tramite l'avv. Anna Maria Ragaini. Secondo questa versione dei fatti, in realtà, l'ultranovantenne avrebbe detestato le nipoti da quando donò loro nei primi anni Duemila un appartamento a Camerano per viverci insieme. Le parenti, sostengono, avrebbero relegato l'anziana in una specie di garage e la stessa avrebbe voluto revocare la donazione ma poi avrebbe desistito per evitare lunghe cause. La novantaquattrenne andò allora ad abitare in un villino a Numana dove alcuni vicini premurosi l'avrebbero aiutata provvidenzialmente nella vita quotidiana: fatti che spinsero la donna a redigere nel 2007 un testamento olografo e a nominare come eredi la coppia di vicini ora parti civili. In seguito, nella primavera del 2013, la donna sarebbe caduta rovinosamente, fratturandosi un gomito e iniziando un calvario di ricoveri tra Jesi e Loreto, immobilizzata a letto. In quel periodo, per le parti offese, in qualità di parenti, le nipoti riavvicinarono la facoltosa anziana e l'avrebbero isolata dagli altri: per l'accusa, avrebbero così sfruttato lo stato d'infermità psicofisica della donna per indurla a modificare il testamento, scegliendo questa volta loro come eredi universali. Azioni sospette, secondo le parti offese, che spiegano solo con una “circonvenzione” l'improvviso slancio d'amore verso le nipoti, basando le proprie tesi anche su perizie mediche. Ma secondo altre valutazioni, ribatte la difesa, l'anziana era invece lucida e capace di comprendere ciò che faceva.

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