Due città in lacrime per Menghini: un malore improvviso lo ha stroncato a 68 anni

Due città in lacrime per Menghini: un malore improvviso lo ha stroncato a 68 anni
Due città in lacrime per Menghini: un malore improvviso lo ha stroncato a 68 anni
3 Minuti di Lettura
Martedì 6 Aprile 2021, 14:48 - Ultimo aggiornamento: 14:59

CASTELFIDARDO  - È morto Adriano Menghini, storico tifoso dell’Anconitana. Il decesso è avvenuto venerdì sera all’ospedale di Civitanova Marche dopo una corsa disperata in ambulanza da Recanati. Il fisico del sessantottenne, già provato dalla dialisi a cui si sottoponeva regolarmente e da altre cure subite in passato, non ha retto.

LEGGI ANCHE:

L'addio a Canori stroncato da un malore in magazzino. «Ciao Simone, rimarrai per sempre nei nostri cuori»

A non dargli scampo è stato un malore improvviso, che ha gettato nello sconforto la moglie che, anche durante la funzione religiosa tenutasi ieri pomeriggio nella Chiesa delle Crocette a Castelfidardo, non riusciva a darsi pace per l’inaspettato epilogo. 


Proprio nella città della fisarmonica Adriano Menghini lascia tanti parenti e amici con cui condivideva la passione per il calcio.

Sì, Menghini che non aveva figli, aveva un debole per i colori biancorossi e una simpatia per il Milan. L’Ancona gli aveva regalato gioie e dolori, ma è sempre stato uno di quelli che non l’ha mai abbandonata. L’ha seguita con partecipazione in ogni categoria, mettendoci l’anima. E’ stato anche uno dei fondatori del club Castelfidardo, una sezione che anche oggi si riconosce come gruppo moderato. Il Milan lo vedeva in televisione, fino a quando si è potuto, direttamente nella locale sede castellana dedicata al “Diavolo”. 


Adriano Marziani era il suo fedele compagno di mille e più avventure. Poteva capitare un viaggio con il pullman o con l’auto: loro c’erano sempre. «Sono sconvolto - dice -, perdo un caro amico a cui ero legatissimo. L’Anconitana l’abbiamo sempre messa al primo posto accompagnandola veramente in ogni stadio. Potrei raccontare tanti aneddoti ma credetemi, in questo momento non me ne viene in mente uno. So solo che per noi la partita era un vero e proprio momento di unione e aggregazione. Iniziava tutto la domenica mattina, pranzavamo e poi via a vedere quelle magliette biancorosse che tanto ci hanno fatto star bene, ma anche tanto penare».
Altri aneddoti. «Non sono mancate le difficoltà - prosegue Marziani -, Adriano ha sofferto tanto nella vita, specialmente nell’ultimo periodo. Ci fosse stato il campionato dei dorici a tenerlo compagnia, sono certo che si sarebbe distratto un pochino. Però, proprio prima di venerdì, ne parlavamo molto al telefono. Commentavamo le notizie che uscivano sul giornale, gli sarebbe piaciuto tantissimo tornare al Del Conero. Sperava che la compagine di Lelli andasse avanti per poterla rivedere in D”. E poi c’è il flirt con il Milan. «Lo confermo, aveva un debole per i rossoneri che a differenza dei biancorossi il fine settimana giocavano. Ma niente di paragonabile». 


Non poteva mancare il commento del presidente dei Cuba, Eros Giardini. «Perdiamo uno dei cardini del Centro coordinamento club - rammenta -. Ricordo tante riunioni fatte a Castelfidardo, gruppo baluardo del nostro tifo. Menghini amava il confronto, era gentile e mai sopra le righe. Ha dato sempre un grande contributo alla causa dorica. Il direttivo dei Cuba lo piangono ed esprimono un pensiero affettuoso alla sua famiglia». Subito dopo la cerimonia funebre, la salma è stata trasferita a Fano. Menghini, stando alle sue volontà, sarà cremato. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA