«E questo non è il nostro destino...». Il saluto del papà al guerriero Nikita

Nikita Panfoli
Nikita Panfoli
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Domenica 8 Marzo 2020, 05:45

CASTELBELLINO -  «Non riesco a trovare sollievo… Tra di noi ci sono molti che pensano che la vita sia solo uno scherzo, ma io e te ci siamo passati e questo non è il nostro destino…». Le parole di “All long the Watchtower” suonano come una litania tetra oggi che Roberto Panfoli le sceglie per salutare il suo guerriero, suo figlio Nikita, morto nel sonno a soli 16 anni. Quel figlio coccolato, amato, portato ovunque appresso e con cui aveva condiviso passioni, momenti, la vita. Per troppo poco tempo. Nikita si è addormentato per sempre giovedì sera e venerdì mattina quando la mamma Helenia è andata a svegliarlo lo ha trovato esanime. Non respirava più.

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Una morte assurda, incomprensibile, inaccettabile. L’ineluttabile, a cui non puoi opporti. Sono ore drammatiche, cariche di silenzio e di dolore quelle vissute da questa famiglia ma anche dalla piccola comunità della frazione Stazione, colpita al cuore dalla morte di Nikita, studente del liceo artistico Mannucci di Jesi, giocatore dello Jesi Rugby under 18. Un figlio, che improvvisamente non si è più svegliato. Lui, così forte, robusto, tenace. Un pugno nello stomaco per tutti. La salma dello sfortunato ragazzo è stata trasferita all’obitorio dell’Istituto di medicina legale di Torrette, in attesa dell’autopsia che non sarà effettuata prima di lunedì. E in questa tragedia si innesta un altro dramma, quello di quanti lo amavano che non possono condividere - se non virtualmente - il dolore dei genitori, non possono salutare il loro Niki, non possono abbracciarsi e piangerlo. Il timore è anche per il funerale, che dovrebbe essere celebrato la prossima settimana con ogni probabilità alla chiesa parrocchiale di Castelbellino Stazione, ma forse con una cerimonia privata in cui poche persone potranno partecipare, osservando le disposizioni regionali. Uno scherzo assurdo, per un ragazzo così giovane, strappato alla vita così prematuramente e a cui tantissimi amici vorrebbero dare l’ultimo saluto con la presenza, magari con uno striscione, con le lacrime e gli abbracci che sono il conforto del dolore. 

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