SENIGALLIA - Fango e solidarietà a casa di Nicole nella vana attesa dei soccorsi. I senigalliesi con l’ultima alluvione si sono riscoperti una comunità forte e unita. Nicole Stefanini ha 24 anni e vive in via Corinaldese 109, una zona particolarmente colpita. «A cinque giorni dall’ondata di piena e circa un milione di chiamate a Regione, Comune e protezione civile – racconta in una lettera al Corriere Adriatico – un amico, la cui casa è stata completamente sommersa, ha deciso comunque di venire ad aiutare a sgomberare le strade e il piazzale davanti alle nostre case, permettendo all’acqua di fluire nei campi e non vanificare gli sforzi di quattro giorni di lavoro».
Lo sfogo
Non vuole fare polemica o puntare il dito. «E’ una situazione difficile e nessuno mette in dubbio che lo sia anche la sua gestione. Detto questo, mi sembra evidente che qualcosa non funzioni. Dopo l’alluvione del 2014, credo che ciò che è successo ora potesse essere gestito in maniera diversa. La priorità dovrebbe essere la tutela fisica e mentale. Dire a una persona, che ha appena perso tutto, che i soccorsi stanno arrivando, che qualcuno è stato mandato ad aiutare, per poi non presentarsi equivale a danneggiare per l’ennesima volta il suo stato mentale ed emotivo. La loro dignità dovrebbe avere la precedenza».
Un aspetto positivo però c’è. «C’è un lato bello, comunitario, solidale e genuino.