Caro energia e gas in Comune, rischio stangata da un milione. Simonella: «Senza aiuti dal Governo rischiamo di dover tagliare i servizi»

Gli aumenti rischiano di cancellare anche i risparmi ottenuti con gli investimenti sull’illuminazione

Ida Simonella
Ida Simonella
di Massimiliano Petrilli
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 01:50

ANCONA - La fiammata dei rincari energetici può bruciare un milione di fondi comunali. I maxi rincari delle bollette di gas ed energia potrebbero presentare un conto da circa 5 milioni rispetto ai 4 stanziati alla voce “utenze” nel Bilancio 2022 approvato a dicembre dal consiglio comunale. Rincari calcolati dagli uffici comunali sulla base delle prime indicazioni di aumento delle materie energetiche. Con cifre destinate a salire in base all’aumento anche di un solo punto percentuale rispetto a un ipotizzato +30%.

 
Le soluzioni
Le maggiori necessità dovrebbero essere coperte con altrettanti tagli sulla spesa corrente, ovvero i servizi a carico del Comune: dal sociale alla cultura, dagli eventi ai servizi aggiuntivi del trasporto pubblico locale, dalle manutenzioni ai servizi educativi. L’ancora di salvezza? Il decreto Ristori allo studio del Governo dove prevedere a favore dei Comuni, ora tutti alle prese con il caro-bollette, un plafond per ammortizzare la stangata. Fondo di almeno un miliardo per Matteo Ricci, presidente nazionale di Ali (Associazione autonomie locali) e sindaco di Pesaro, il primo a chiedere al Governo il ristoro, supportato dai colleghi tra cui il sindaco di Ancona e presidente Anci, Valeria Mancinelli. «Abbiamo 54 scuole e impianti sportivi, più gli uffici, per parlare solo delle voci maggiori» aveva ricordato la Mancinelli su queste colonne. 


L’allarme
«Senza l’intervento del Governo rischiamo di essere messi a terra da questa ondata di rincari - sottolinea Ida Simonella, assessore al Bilancio - Anche perchè i nostri margini di manovra sono molto ridotti. Se il bilancio nel suo complesso vale 130 milioni, la parte di spesa libera su cui poter intervenire si aggira sui 10 milioni.

E significherebbe andare a tagliare i servizi, dalla cultura al sociale, dai servizi aggiuntivi del trasporto pubblico locale agli eventi. Non avremmo alternative visto che la spesa corrente non può essere finanziata con un mutuo dovendo inoltre rispettare tutti gli equilibri di bilancio. A differenza del Governo infatti il Comune non può essere in deficit ma mantenere un perfetto equilibrio economico- finanziario. Alle scuole, nidi, gli uffici, le strutture sociali e gli impianti sportivi dobbiamo garantire il riscaldamento - sottolinea la Simonella - mentre rischiamo di vederci anche tornare indietro l’esercizio ad esempio di alcuni impianti sportivi in quanto i gestori potrebbero non riuscire più a far fronte al caro bollette e quadrare i conti». Tra le beffe in agguato anche il vedersi cancellare nel giro di pochi mesi i risparmi raggiunti dopo anni di investimenti ad esempio sul fronte dell’illuminazione pubblica. Negli ultimi cinque anni, in base ai dati pubblicati recentemente dal report “Sostenibilmente” la spesa per l’illuminazione pubblica era passata da 2,1 milioni del 2015 a 1,1 milioni del 2020 (da 12,6 a 7,7 milioni di kwh consumati).


L’efficientamento
Così come potrebbero essere vanificati i risparmi ottenuti dall’efficientamento energetico con gli investimenti negli edifici scolastici (28 milioni complessivi) tra cui le scuole Mercantini e Socciarelli. Un assist, ma non nell’immediato, arriverà anche dagli interventi di efficientamento energetico degli impiantì e delle strutture (con oneri di progettazione, direzione lavori, esecuzione e finale certificazione) dal valore di 2,8 milioni a carico della ditta Cpm Srl nell’ambito della rinegoziazione con proroga a 9 anni del contratto “Servizio energia e multiservizio tecnologico per gli impianti di pertinenza del Comune di Ancona” (valore 16,3 milioni più iva) oggi all’esame del consiglio comunale.

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