Il Comune di Ancona si prende il Faro in permuta dal Demanio: «Lo restituiremo alla città»

Il Comune di Ancona si prende il Faro in permuta dal Demanio: «Lo restituiremo alla città»
Il Comune di Ancona si prende il Faro in permuta dal Demanio: «Lo restituiremo alla città»
di Stefano Rispoli
4 Minuti di Lettura
Martedì 28 Marzo 2023, 07:11 - Ultimo aggiornamento: 15:11

ANCONA - Si accende una luce di speranza sul vecchio faro, inagibile dal 2003. Il Comune vuole appropriarsene per recuperarlo: ha avviato una trattativa con il Demanio per una permuta tra il palazzo storico di piazza del Papa, sede della Prefettura (480 mq, più la torre civica), alcune aree del Cardeto e lo stesso faro, costruito con la fattiva benedizione di Papa Pio IX nel 1860, rimasto in funzione fino al 1965, riaperto dopo 40 anni con la ristrutturazione del 2000 e poi chiuso nel 2003 per colpa di un gradino rotto che nessuno riparò. Una storia di ordinaria malapolitica. 

 
La svolta


Ma all’orizzonte s’intravede una svolta. La permuta richiederà approfondite valutazioni, nel frattempo è stata verbalizzata la consegna anticipata del palazzo di piazza del Papa al Demanio (che così potrà procedere alle necessarie manutenzioni straordinarie per gli uffici della Prefettura) e di alcune particelle del Cardeto al Comune.

Si tratta di aree extra rispetto all’ex caserma Stamura, che entro il 2027 accoglierà l’Archivio di Stato sulla base dell’accordo già ufficializzato per un restyling complessivo da 20 milioni. Ma l’Amministrazione si è spinta più in là e ha proposto che nella permuta sia inserito anche il vecchio faro, da cui nel 1904 Guglielmo Marconi condusse un importante esperimento sull’influenza della luce solare sui collegamenti in onde corte. Non solo: l’assessore Ida Simonella ha chiesto che venga consegnato anticipatamente al Comune, in modo da attivare subito gli interventi necessari per renderlo fruibile e, dunque, riaprirlo al pubblico dopo vent’anni. «C’è ampia disponibilità del Demanio a portare a termine questa operazione» rivela la candidata a sindaco. «Ci prendiamo il faro», annuncia con toni mica tanto sommessi. L’obiettivo? «Restituirlo agli anconetani e ai visitatori il prima possibile». Per farne cosa? «Un osservatorio per tutti, con vista a 360 gradi sulla città, anche con un punto di ristoro. Ma su una sua valorizzazione più approfondita - precisa Simonella - si ragionerà quando lo prenderemo in consegna: sarà fondamentale un confronto con i cittadini, le associazioni e tutti i portatori d’interesse, magari anche ricorrendo all’Art bonus. Il faro è un patrimonio collettivo: l’importante, ora, è restituirlo alla città e garantirne almeno l’accesso al punto apicale». 


Gli interventi 


Dalla marciaronda sommitale del faro, a 20 metri d’altezza, si può ammirare lo straordinario panorama del golfo, come ben ricorderanno i fortunati che dal 2000 al 2003 sono riusciti ad accedervi grazie alle visite guidate organizzate da Il Pungitopo, il circolo naturalistico di Legambiente. «Per salire fin lassù, secondo i nostri tecnici, non servono interventi trascendentali», sottolinea Simonella, anche se non è stata fatta una valutazione dei costi per sistemare le scale a chiocciola in pietra d’Istria e riposizionare i mattoncini esterni. E questo acuisce il rimpianto per un gioiello proibito che tutti hanno tentato di riqualificare, senza successo: nel 2003 il Comune ci provò con i fondi del gioco del Lotto nell’ambito del progetto da 50mila euro “Salva un monumento”. Nel 2013 la Regione catturò 235mila euro dal fondo europeo Hazard per la realizzazione dell’apparato tecnologico, comprensivo di sistemi informatici e di una nuova lanterna di rilevamento elettronico, ma per completare il progetto servivano altri 100mila euro che alla fine non furono inseriti nel bilancio regionale 2014. Deserti anche tutti i bandi di valorizzazione indetti dall’Agenzia del Demanio. Ora il Comune ci riprova con la permuta. «Se non dovesse andare a buon fine, in ogni caso lo acquisteremo - aggiunge Simonella -, anche tramite un progetto di federalismo culturale. Il faro è un tassello fondamentale nella riqualificazione del parco del Cardeto». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA