Camionista di 36 anni muore
in Africa per un'intossicazione

Camionista di 36 anni muore in Africa per un'intossicazione
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Venerdì 3 Gennaio 2014, 07:42 - Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio, 06:54
CUPRAMONTANA - Una tragedia avvenuta tanto lontano ed in un periodo che si spera sempre sia per tutti di gioia, tanto da rendere ancora pi terribile e incomprensibile una notizia che da sola sarebbe stata più che sufficiente a lasciare attonito un intero paese, come è infatti avvenuto a partire dalla mattinata di ieri a Cupramontana. Quando, cioè, si è diffusa la notizia che Stefano Boneri, 36enne camionista cuprense, è venuto a mancare in Africa Occidentale dove si era da poco recato per una trasferta di lavoro. Sarebbe morto, almeno da indiscrezioni ufficiose circolate ieri in paese, avvelenato per un’intossicazione alimentare.



Boneri era dipendente della ditta di autotrasporti Fagioli spa, azienda specializzata nel trasporto di componenti eccezionali a livello internazionale. Partito per l'Africa solo poche settimane fa, la sua missione professionale sarebbe dovuta protrarsi appena sino a metà gennaio, con la possibilità di eventuale proroga sino a fine febbraio. Poi sarebbe tornato nella sua casa vicino al parco Colle Elisa dove abitava con la moglie e un bambino che frequenta le scuole elementari. Alle trasferte fuori dai confini nazionali, raccontano alcuni conoscenti, Stefano era abbastanza restio. Sembra che questa fosse la prima volta che accettasse. Le notizie che giungono in queste ore sono frammentarie e ufficiose, ma dalle prime ricostruzioni il destino, crudele sino ad essere beffardo, l'ha atteso in un momento che doveva essere di gioia e spensieratezza, seppure lontano da casa: nel giorno del suo 36esimo compleanno, lo scorso 27 dicembre. Stefano ed altri colleghi erano arrivati, provenienti dal Ghana, a Ouagadougou, la capitale del Burkina Faso. Qui, a quanto si riesce ad apprendere dalla prime notizie, ancora da confermare, Stefano, dopo aver consumato un pranzo, avrebbe avvertito un forte dolore che l'avrebbe fatto cadere in stato di incoscienza.



La moglie, la mamma ed uno zio sono partiti per il Burkina Faso appena possibile, arrivando a destinazione mercoledì notte. Ma ieri mattina è arrivata in paese la notizia che l'uomo non ce l'ha fatta e di questi terribili giorni di angoscia di una famiglia da tutti conosciuta e benvoluta. Cresciuto a Torino da madre cuprense, Boneri, era infatti ben più cuprense che piemontese: in paese tornava ogni estate e circa dieci anni fa aveva deciso di stabilirvisi definitivamente. A Cupramontana si era sposato ed aveva messo su famiglia. La vicenda sarebbe stata seguita da vicino anche dall'azienda per la quale il giovane lavorava che avrebbe fornito un ampio supporto. La salma rientrerà in Italia martedì prossimo. Come ovvio su questo fatto avvenuto tanto lontano dal nostro Paese sarebbe attivo anche il locale Consolato. Banale sottolineare quanto sia stato forte l'impatto della notizia tra gli amici e tutti i conoscenti, del quale i tanti accorati appelli pubblicati sul profilo facebook sono solo la punta dell'iceberg.



Un tratto ne emerge e va ripreso: il carattere schietto e solare di questo ragazzo, il "sorriso che - postano gli amici affranti dal dolore - resterà sempre con noi". "Ringrazio - ha scritto un amico ieri pomeriggio, con un messaggio che ben esprime il sentimento popolare della cittadina - di averti conosciuto in giovane età e di aver percorso un bellissimo tratto di vita insieme. Ciao caro amico sempre nel mio cuore".
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